Accordo di Ginevra
La Bozza di accordo permanente sullo status, meglio conosciuta come Iniziativa di Ginevra o Accordo di Ginevra, � una proposta di pace extra-governativa e non ufficiale, volta a risolvere il conflitto Israelo-Palestinese.
Essa concederebbe ai palestinesi la quasi totalit� della Cisgiordania, la Striscia di Gaza e parte di Gerusalemme, tracciando i confini di Israele vicino a quelli precedenti alla guerra dei Sei Giorni. In cambio della rimozione della maggior parte delle colonie israeliane in tali aree, i palestinesi limiterebbero il proprio diritto al ritorno dei profughi in Israele ad un numero stabilito da Israele, e farebbero cadere ogni altra rivendicazione verso Israele.
L'iniziativa � stata sostenuta dal professor Alexis Keller nel 2002, e ufficialmente lanciata il 1� dicembre 2003 con una cerimonia a Ginevra. Tra i suoi creatori vi sono i politici israeliani Yossi Beilin (uno degli architetti degli accordi di Oslo), e l'ex ministro dell'OLP Yasser Abd Rabbo. Entrambi hanno sottolineato che l'accordo di Ginevra non impegna i rispettivi governi, nonostante Rabbo fosse Ministro al momento della firma.
Una versione estesa della proposta di trattato basata sull'accordo (400 pagine) � stata pubblicata nel settembre 2009[1]
Il contenuto dell'accordo
[modifica | modifica wikitesto]Concetti di base
[modifica | modifica wikitesto]Il concetto principale dell'accordo � lo stabilimento di uno stato palestinese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, in cambio del riconoscimento palestinese dello stato di Israele come patria di diritto del popolo ebraico. L'accordo mette fine alle reciproche rivendicazioni, cos� da far terminare ufficialmente il conflitto.
Inoltre, l'accordo impegna i palestinesi a cessare ogni tipo di violenza contro Israele, incluso il terrorismo e il suo incitamento; e dichiara che ogni gruppo armato illegale dev'essere disarmato e dismesso.
La questione dei rifugiati
[modifica | modifica wikitesto]Esistono diverse interpretazioni sul grado al quale l'Accordo impegnerebbe Israele ad accettare i rifugiati palestinesi. Il testo rilevante dell'accordo � l'articolo 7, sezione 4.c:
�Option IV shall be at the sovereign discretion of Israel and will be in accordance with a number that Israel will submit to the International Commission. This number shall represent the total number of Palestinian refugees that Israel shall accept. As a basis, Israel will consider the average of the total numbers submitted by the different third countries to the International Commission�
�L'Opzione IV [Israele come luogo di residenza permanente] sar� a discrezione sovrana di Israele, e in accordo con la quota che Israele sottometter� alla Commissione Internazionale. Tale quota rappresenter� il numero totale di rifugiati palestinesi che Israele accetter�. Come base, Israele considerer� la media delle quote totale sottomesse da paesi terzi alla Commissione Internazionale�
Taluni sostengono che ci� non impegnerebbe Israele ad accettare alcun rifugiato, mentre altri sostengono che obbligherebbe Israele ad accettarne alcuni.
Territorio e insediamenti israeliani
[modifica | modifica wikitesto]I palestinesi riceverebbero la maggior parte del territorio gi� giordano catturato da Israele nella guerra dei sei giorni. Israele annetterebbe numerose aree densamente popolate a ridosso della Linea Verde, come Gush Etzion e Ma'ale Adumim, che verrebbero collegate a Gerusalemme tramite una strada, anch'essa annessa, in modo simile alla situazione del Monte Scopus dopo la guerra arabo-israeliana del 1948. Altre citt�, come Ariel, comunit� (Hebron) e insediamenti sarebbero rimossi, e i loro residenti sfollati. In cambio delle aree annesse da Israele sul confine della Cisgiordania, i palestinesi riceverebbero un uguale territorio adiacente alla Striscia di Gaza, sovrappopolata.
Sostegno al piano
[modifica | modifica wikitesto]Il governo di Israele ha rigettato immediatamente la proposta, mentre il maggior partito d'opposizione, i laburisti non hanno preso posizione ufficiale. Dal lato palestinese, l'accettazione � stata solo leggermente pi� favorevole[senza fonte].
Tuttavia, secondo il Geneva Initiative Group, un sondaggio effettuato nel dicembre 2006 ha rilevato un sostegno attorno al 50% in entrambe le comunit�[senza fonte].
La proposta ha ricevuto il sostegno di Marwan Barghouti, leader palestinese di Fatah attualmente in carcere.[2]
I fondi per la promozione dell'accordo di Ginevra (8 milioni di dollari, in base ad una fonte non ufficiale), sono stati forniti da paesi esteri e sponsor privati. I maggiori paesi donatori sono stati la Svizzera, alcuni altri paesi europei, e il Giappone. Non sono state pubblicate informazioni pubbliche sull'utilizzo dei fondi. Da parte israeliana, la maggior parte dei fondi � stata utilizzata per la stampa e distribuzione massiccia del testo dell'accordo.
Le maggiori organizzazioni che lavorano per sostenere l'Iniziativa di Ginevra sono Heskem(Geneva Initiative-Israel) in Israele, e la sua controparte Palestine Peace Coalition/Geneva Initiative (PPC/GI).
L'ex presidente statunitense Jimmy Carter e il generale Colin Powell hanno sostenuto l'accordo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Israelis, Palestinians present peace manual., Karin Laub, Associated Press, 2009-09-15
- ^ Shas claims credit for Givat Ze'ev plan (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2011). The Jerusalem Post, 10 March 2008
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su geneva-accord.org.
- Sito ufficiale israeliano, su heskem.org.il.
- Sito ufficiale palestinese, su ppc.org.ps.
- Reportage di Haaretz, su haaretz.com (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2009).
- Sito tedesco, su genfer-initiative.de. URL consultato il 19 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2019).