Albrecht Dürer

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Albrecht Dürer, Autoritratto con fiore d'eringio (1493)

Albrecht Dürer (AFI: [ˈʔalbʁɛçt ˈdyːʁɐ]), in italiano arcaico noto anche come Alberto Duro[1][2] o Durero[3][4], (Norimberga, 21 maggio 1471Norimberga, 6 aprile 1528) è stato un pittore, incisore, matematico e trattatista tedesco.

Tra gli artisti maggiori del XVI secolo, viene considerato il massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale. A Venezia l'artista entrò in contatto con ambienti neoplatonici. Si presume che tali ambienti abbiano sollevato il suo carattere verso l'aggregazione esoterica. Classico esempio è l'opera dal titolo Melencolia I, realizzata nel 1514, in cui sono presenti evidenti simbologie ermetiche. Dürer, pittore e incisore tedesco (Norimberga), conobbe e ammirò l'arte italiana. Nelle sue opere combinò la prospettiva e le proporzioni rinascimentali con il gusto tipicamente nordico per il realismo dei dettagli. I volti, i corpi e gli abiti dei suoi personaggi sono raffigurati con minuziosi particolari, gli ambienti sono descritti in maniera realistica e gli spazi sono chiari e ordinati grazie a una precisa griglia prospettica.

Albrecht Dürer nacque nell'allora Città libera imperiale di Norimberga, oggi compresa nel land tedesco della Baviera, il 21 maggio del 1471, terzogenito dei diciotto figli dell'incisore ungherese Albrecht Dürer, chiamato appunto "il Vecchio" per poterlo distinguere poi dal figlio, e della sua consorte norimberghese Barbara Holper[5]. Dei fratelli e sorelle, solo altri due maschi raggiunsero l'età matura: Endres e Hans, che fu pure pittore alla corte di Sigismondo I Jagellone a Cracovia[5].

Il padre, seppur nato e cresciuto nell'allora Regno d'Ungheria, era però d'etnia e madrelingua tedesca, in quanto la sua stessa famiglia era d'origine sassone e risultava trapiantata in Transilvania da qualche generazione; il nonno di Dürer, Anton, era nato ad Ajtós in una famiglia di contadini e allevatori e s'era poi trasferito in giovane età a Gyula, non troppo distante da Gran Varadino (l'odierna Oradea, in Romania), e fu il primo artigiano della famiglia, seguito da Albrecht il Vecchio e da suo nipote Unger (cugino di Dürer)[6].

Trasferitosi in giovane età in Germania per perseguire la propria carriera artigianale, Albrecht il Vecchio compare in una lista di archibugieri e arcieri della città di Norimberga già dall'età di diciassette anni; dopo poi alcuni viaggi di perfezionamento nelle Fiandre, si stabilì definitivamente a Norimberga, dove entrò in qualità d'apprendista nella bottega di Hieronymus Holper, per poi, ormai a quarant'anni, sposarne la figlia appena quindicenne Barbara. Il matrimonio, celebrato l'8 giugno del 1467, gli garantì l'accesso alla cittadinanza norimberghese e, dopo il versamento di una somma di dieci fiorini, la qualifica di "maestro", che di fatto gli apriva le porte nel mondo chiuso e ricco di privilegi delle corporazioni locali[7]. Stimato e benestante, ma non ricco, Albrecht il Vecchio morì il 20 settembre del 1502: dopo due soli anni la vedova si trovava già in condizioni di totale indigenza e venne presa a carico dal figlio Albrecht[7].

Esistono due ritratti del padre di Dürer, uno agli Uffizi di Firenze e uno alla National Gallery di Londra, oltre a un disegno a punta d'argento generalmente ritenuto autografo; della madre resta una tavola a Norimberga e un disegno a carboncino fatto nel 1514, quando la donna aveva 63 anni[7].

Alla bottega paterna

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Autoritratto a tredici anni

Il giovane Dürer frequentò per alcuni anni la scuola e, rivelandosi dotato di talento fin da ragazzo, entrò come praticante nella bottega del padre, come in seguito il fratello minore Endres che proseguì la tradizione artigianale familiare nel campo dell'oreficeria. In quel periodo Dürer dovette familiarizzare con le tecniche di incisione sui metalli, che più avanti mise a frutto nei suoi celebri lavori a bulino e acquaforte. Inoltre il padre dovette trasmettergli il culto per i grandi maestri fiamminghi, come Jan van Eyck e Rogier van der Weyden[8].

La prima testimonianza del suo eccezionale talento è l'autoritratto del 1484, un disegno a punta d'argento conservato al museo Albertina di Vienna. Quest'opera, realizzata allo specchio quando D�rer aveva solo tredici anni, non � certo priva di errori, anche perch� la difficile tecnica non permetteva ripensamenti. Ciononostante � considerata il primo autoritratto dell'arte europea che si presenti come autonomo, cio� come opera a s� stante.

Alla bottega di Wolgemut

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All'et� di sedici anni, quando aveva appena concluso il tirocinio, dichiar� al padre che avrebbe preferito diventare pittore. Non essendo possibile fargli fare il praticantato nella lontana Colmar, presso Martin Schongauer conosciuto e stimato in tutta Europa come pittore e incisore su rame, il padre lo mise a bottega a due passi da casa, presso Michael Wolgemut, il maggiore pittore e xilografo attivo in quegli anni a Norimberga[8]. Wolgemut era il continuatore di Hans Peydenwurff (oltre ad ereditarne la bottega ne aveva sposato anche la vedova), il cui stile, filtrato, lasci� tracce anche nella produzione giovanile di D�rer[9]. Altri maestri che ebbero influenza sul giovane artista furono Martin Schongauer, il misterioso Maestro del Libro di casa, forse olandese, autore di una famosa serie di puntesecche[10].

Nella bottega di Wolgemut, attiva per la ricca societ� locale e di altre citt� della Germania, si copiavano le stampe di maestri renani, i disegni e le incisioni italiani, si creavano altari scolpiti e dipinti e si praticava su larga scala la xilografia, soprattutto per l'illustrazione di testi a stampa, allora gi� molto richiesti[10].

Di quel periodo D�rer serb� un buon ricordo; pi� di vent'anni dopo, nel 1516, dipinse un ritratto del suo maestro, tre anni prima della sua morte, in cui traspare l'antico rispetto e la simpatia verso la sua figura umana[10].

Primi spostamenti

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Ritratto di Albrecht D�rer il Vecchio (1490 circa)

Nella primavera del 1490, il giovane D�rer inizi� a girare il mondo per approfondire le sue conoscenze. La prima opera pittorica conservata del giovane artista (forse � addirittura il suo saggio per l'esame finale dell'apprendistato) sono i due dipinti su tavola con i ritratti dei genitori, iniziati forse prima di partire. Il ritratto del padre si trova agli Uffizi, quello della madre venne riscoperto nel 1979 a Norimberga[10].

�Quando ebbi finito l'apprendistato, mio padre mi fece viaggiare. Rimasi assente quattro anni, finch� mio padre mi richiam�. Partii dopo la Pasqua del 1490 e tornai a casa nel 1494, dopo la Pentecoste�. Il lungo giro intrapreso dal giovane lo condusse prima al nord, oltre Colonia, probabilmente fino a Haarlem. Non pot� spingersi a Gand e a Bruges, i centri pi� importanti della pittura fiamminga, per il diffondersi ovunque di guerre e sommosse. D'altronde il soggiorno di D�rer in questa regione si lascia individuare solo nelle opere posteriori, nelle quali si rispecchia a volte la singolarit� iconografica della pittura locale, in particolare di Geertgen tot Sint Jans e Dieric Bouts[11].

Durante il viaggio � scontato che il giovane artista avesse dovuto lavorare per mantenersi, ed � probabile che fosse spinto a visitare quei centri dove era pi� facile trovare impiego nei campi in cui aveva familiarit�. Le prime tappe dovettero dunque essere le citt� renane, dove esisteva una vivace attivit� di stampa di libri con illustrazioni xilografiche[11].

Di l�, dopo circa un anno e mezzo, si spost� verso sud, alla ricerca di Martin Schongauer, da cui avrebbe desiderato apprendere le raffinatezze della tecnica di incisione su rame. Ma quando D�rer giunse a Colmar, nel corso dell'anno 1492, lo stimato maestro era gi� morto da quasi un anno. I fratelli del defunto, il pittore Ludwig e gli orefici Kaspar e Paul Schongauer, l'accolsero amichevolmente e su loro consiglio il giovane pittore si diresse verso Basilea, dove viveva un loro altro fratello, l'orefice Georg Schoungauer[11].

Al periodo errabondo appartiene probabilmente il piccolo Cristo dolente[12].

Frontespizio per le Lettere di san Girolamo, 1492

A Basilea lavor� per un periodo come illustratore, per eruditi e stampatori come Bergmann von Olpe e Johann Amerbach, introdotto negli ambienti editoriali probabilmente su raccomandazione del suo padrino, Anton Koberger, che gestiva a Norimberga la stamperia e casa editrice pi� grande d'Europa[13].

Tra le molte xilografie che disegn� in quel periodo, un primo saggio di prova fu il frontespizio per l'edizione delle Lettere di san Girolamo uscito l'8 agosto 1492 per i tipi di Nikolaus Kessler (il blocco originale, firmato dall'artista, si trova ancora a Basilea). L'opera, di grande minuzia, ha una resa differenziata delle superfici grazie a diversi tipi di tratteggio[13].

Ottenuta la fiducia degli stampatori locali, lavor� alle illustrazioni di due opere a contenuto moraleggiante, allora molto apprezzate, La nave dei folli, dell'umanista Sebastian Brant, apparso nel 1493, e Il cavaliere di Turn. Segu� un'altra serie di incisioni per illustrare le Commedie di Terenzio (poi non stampata, ma i cui blocchi di legno sono pressoch� integri nel Museo di Basilea), in cui l'artista dimostr� gi� un'originalit�, un'accuratezza ed un'efficacia narrativa nelle scene che lo ponevano a un livello decisamente superiore degli altri artisti attivi sulla piazza[13].

Anche l'Autoritratto con fiore d'eringio, conservato a Parigi e datato 1493, fu certo iniziato durante il soggiorno a Basilea. Nell'immagine, originariamente dipinta su pergamena, il giovane artista si mostra in abiti alla moda di colore ardesia, che creano un contrasto stimolante con il bordo rosso chiaro del berretto. Il simbolico fiore di eringio, un tipo di cardo, che regge con la mano destra, insieme con l'iscrizione collocata nella parte superiore del dipinto "My sach die i o tals es oben schtat" ("Le mie cose vanno come � deciso in alto"), indicano la sua fede in Cristo.

Verso la fine del 1493 l'artista part� per Strasburgo, importante centro commerciale ed editoriale. Qui cur� una xilografia per il frontespizio di un'edizione delle opere filosofiche di Jean Gerson, in cui lo scrittore � raffigurato come un pellegrino che, aiutandosi con un bastone e accompagnato da un cagnolino, si accinge ad attraversare un paesaggio accidentato, sullo sfondo di un'ampia vallata. La ricchezza della composizione e l'armonia generale dell'opera, sebbene l'intagliatore che fece la matrice non restituisse appieno il disegno dell'artista, dimostrano la veloce maturazione dello stile dell'artista, ormai avviato verso la realizzazione dei propri capolavori[12].

Forse a Strasburgo realizz� la Morte di san Domenico, per un convento femminile di Colmar[12].

Rientro a Norimberga (1494)

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La casa di D�rer a Norimberga

Durante la Pasqua del 1494 il padre richiam� D�rer a Norimberga, per fargli sposare la donna che gli aveva destinato, Agnes Frey, figlia di un ramaio imparentato con i potenti della citt�. Il matrimonio fu celebrato il 7 luglio 1494, durante la festa di Pentecoste, e i giovani sposi andarono a vivere in casa di Albrecht. Le forti differenze culturali e di temperamento non resero il matrimonio felice. La donna sperava forse di condurre una vita agiata nella propria citt� accanto a un artigiano, mentre D�rer aveva altre aspirazioni, legate a viaggi e prospettive sempre nuove[14]. A un periodo vicino al matrimonio risale il disegno che l'artista descrisse a margine "mein Agnes", la mia Agnese, in cui si vede la giovane sposa in atteggiamento pensoso, forse un po' caparbio, che nei ritratti futuri si trasform� in un aspetto di borghese soddisfatta, dalla sfumatura "lievemente maligna"[15]. La coppia non ebbe figli, come accadde anche ai due fratelli di D�rer, per cui la famiglia si estinse con la loro generazione[15]. Willibald Pirckheimer, amico dell'artista, arriv� perfino ad imputare alla freddezza della moglie la morte prematura dell'artista. � stato inoltre ipotizzato da molti studiosi che Albrecht fosse bisessuale, se non omosessuale, per la ricorrenza nelle sue opere di temi omoerotici, nonch� per l'intima natura della sua corrispondenza con alcuni amici molto stretti.

Il Mulino

Nei mesi estivi del 1494 percorse e disegn� gli immediati dintorni della sua citt� natale. Risultato di queste passeggiate sono una quantit� di pitture ad acquerello, fra le quali il Mulino (Trotszich Mull). L'acquerello mostra un paesaggio a ovest di Norimberga, con il piccolo fiume Pegnitz, che scorre attraverso la citt�. Il disegnatore era in piedi sull'alta riva nord e guardava verso sud oltre il Pegnitz, dove l'orizzonte � segnato dalle cime delle montagne presso Schwabach. Gli alberi in primo piano a sinistra appartengono al parco delle Hallerwiesen. Le case con le travature a traliccio ai due lati del fiume, disegnate con estrema precisione, costituivano il nucleo del "quartiere industriale", poich� ospitavano delle botteghe in cui si lavorava il metallo servendosi del Pegnitz come fonte di energia. Cos�, per esempio, nelle case in primo piano a destra si trafilava il metallo con l'aiuto dell'energia idrica; un procedimento, sviluppato a Norimberga intorno al 1450, che ne aveva fatto il centro della lavorazione del metallo in Germania: tutto ci� che poteva essere realizzato in ferro o in rame, dagli aghi ai ditali agli strumenti di precisione apprezzati in tutta Europa, fino alle armature, ai cannoni e ai monumenti di bronzo, era prodotto qui.[senza fonte]

Questo acquerello � una delle prime immagini dell'arte europea interamente dedicata al paesaggio, ma si colloca in una dimensione ancora medievale: infatti, le singole costruzioni e i gruppi di alberi non sono disegnati prospetticamente, ma gli uni sopra gli altri. Delle leggi di prospettiva il giovane D�rer, a quell'epoca, non aveva ancora sentito parlare.[senza fonte]

Forse nello stesso periodo, D�rer intraprese le prime prove come incisore su rame. Pi� tardi negli anni avrebbe coniato il motto: "Un Buon pittore, dentro, � pieno di figure". Questa abbondanza di idee per le immagini costitu� probabilmente il movente che l'avvicin� alla grafica: solo in questo campo, infatti, poteva dar forma alle proprie fantasie senza essere ostacolato dai desideri dei committenti. Dal momento che questa produzione libera da vincoli rappresent� per lui anche un successo finanziario, poi l'utile fin� per unirsi al dilettevole.[senza fonte]

Il primo viaggio in Italia (1494-1495)

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Cortile del castello di Innsbruck (1494), acquerello, Vienna, Albertina

Probabilmente a Basilea, nella cerchia degli umanisti e degli editori, il giovane D�rer, intelligente e avido d'imparare, aveva sentito parlare per la prima volta del mondo intellettuale italiano e di quel clima culturale su cui, gi� da quasi un secolo, la riscoperta del mondo dell'antichit� aveva influito in modo determinante, sia nella letteratura che nell'arte. Molti anni pi� tardi, D�rer avrebbe tradotto col termine tedesco "Wiedererwachung" il concetto di "Rinascimento" coniato a suo tempo da Francesco Petrarca. Ci� conferma che egli era pienamente cosciente dell'importanza di questo processo storico.[senza fonte]

Nella tarda estate del 1494, scoppi� a Norimberga una di quelle epidemie tanto comuni all'epoca, che generalmente venivano designate col nome di "peste". Il miglior sistema di difesa contro il contagio, il pi� sicuro tra quelli consigliati dai medici, era di abbandonare la regione colpita[15]. D�rer colse l'occasione per andare a conoscere la "nuova arte" nella sua terra d'origine, non dandosi troppo pensiero di lasciare da sola la giovane moglie a casa. Part� cos� per Venezia, intraprendendo probabilmente il viaggio al seguito di un mercante di Norimberga.

Il cammino verso l'Italia settentrionale si pu� ripercorrere con una certa precisione seguendo i paesaggi ad acquerello che lo documentano. Attravers� il Tirolo e il Trentino. A Innsbruck, per esempio, realizz� un acquerello che raffigura il cortile del castello, la residenza preferita dell'imperatore Massimiliano I. Delle due vedute oggi conservate a Vienna, la pi� ragguardevole � quella con il cielo colorato che affascina per la precisa riproduzione dei dettagli delle costruzioni intorno alla corte, ma che presenta ancora errori prospettici.[senza fonte]

Il primo viaggio in Italia � per� avvolto in larga parte dal mistero. Si pensa che D�rer abbia visitato anche Padova, Mantova e forse Pavia, in cui l'amico Pirckheimer frequentava l'universit�. All'inizio del XX secolo alcuni studiosi arrivarono anche a dubitare dell'eventualit� che questo viaggio fosse mai avvenuto[15], un'ipotesi provocatoria che non ha avuto seguito.

Morte di Orfeo, 1494, penna e argento su pergamena, Amburgo, Kunsthalle

A Venezia, D�rer avrebbe dovuto apprendere i principi dei metodi di costruzione prospettica. Ma sembra che ad attrarlo molto di pi� furono altre cose, come per esempio gli abiti delle donne veneziane, cos� insoliti per lui (mostrati dal disegno del 1495), oppure il soggetto per lui sconosciuto del Granchio di mare o l'Aragosta, ritratti in disegni conservati rispettivamente a Rotterdam e a Berlino. In ambito artistico, l'attiravano le opere dei pittori contemporanei che raffiguravano temi mitologici, come il quadro perduto di Andrea Mantegna con la Morte di Orfeo (perduto[16]), di cui D�rer disegn� con estrema cura una copia datata 1494 e siglata con le sue lettere "A" e "D". Copi� inoltre le stampe della Zuffa di dei marini e del Baccanale con sileno, ricalcati fedelmente sull'originale di Mantegna sostituendo per� alle linee parallele del tratteggio un andamento incrociato, derivato dall'esempio di Martin Schongauer, e con linee curve e sinuose che imprimono ai soggetti una vibrazione assente negli originali[17].

Dovette rimanere inoltre affascinato dall'abbondanza di opere d'arte, dalla vivacit� e il cosmopolitismo della citt� lagunare e probabilmente scopr� l'alta considerazione di cui godevano in Italia gli artisti[17]. Assai improbabile � per� che il giovane e sconosciuto D�rer, che viveva vendendo stampe ai membri della comunit� tedesca cittadina, fosse potuto entrare in contatto diretto con i grandi maestri allora presenti in citt� e nei territori limitrofi, come i Bellini (Jacopo, Gentile e Giovanni), Mantegna o Carpaccio[17].

Un altro tema che lo interess� fu la nuova concezione del corpo umano elaborata in Italia. Gi� nel 1493 l'artista aveva infatti disegnato una Bagnante (primo nudo preso dal vivo dell'arte tedesca) e a Venezia pot� approfondire, grazie all'abbondanza di modelli disponibili, i rapporti tra figure, nude o vestite, e lo spazio in cui si muovono. Sicuramente dovette poi incuriosirlo la rappresentazione prospettica, ma un suo interesse diretto su tale argomento � documentato solo dal secondo viaggio[18].

Quanto il giovane pittore del nord fosse rimasto affascinato dalla pittura veneziana, in particolare da quella di Gentile e Giovanni Bellini, appare dai disegni di questo periodo e dai quadri dipinti dopo il ritorno in patria. Ma i primi riflessi di questo incontro si possono riconoscere gi� negli acquerelli che nacquero durante il viaggio di ritorno.[senza fonte]

Il rientro (1495)

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Veduta di Arco (1495)

Questa volta D�rer viaggi� probabilmente da solo, considerando le numerose deviazioni intraprese.

Cos� il suo cammino lo condusse, nella primavera del 1495, innanzitutto al lago di Garda, e verso Arco. L'acquerello che raffigura l'imponente rocca che si innalza con le sue fortificazioni rivela un rapporto completamente nuovo con lo spazio e con il colore: dal velato grigio bluastro degli ulivi si alza il contrastante grigio bruno delle rocce, e questa eco cromatica viene ripresa nelle chiare zone verdi e nei tetti rossi. Si tratta di una sorprendente resa dei valori atmosferici, che manifesta l'enorme progresso artistico compiuti da D�rer nei pochi mesi trascorsi a Venezia[15].

Presso Trento, entr� nuovamente in territorio tedesco. Nell'acquerello che mostra la citt� vescovile dal lato nord non si limita pi� al semplice rilevamento di dati topografici. La composizione suggerisce la profondit� spaziale, con la citt� attraversata dall'Adige che si estende per quasi tutta l'ampiezza del quadro e con le catene montuose che sfumano nella foschia.[senza fonte]

Dopo un'escursione nella Val di Cembra e nel paese di Segonzano, D�rer prosegu� il suo cammino verso nord senza altre significative interruzioni. Documento di questa fase del viaggio � il Mulino ad acqua in montagna di Berlino. Mentre tutti gli altri acquerelli raffigurano complessi architettonici in lontananza, questo foglio quadrato di soli 13 centimetri di lato nasce dall'osservazione ravvicinata di un pendio pietroso inondato dall'acqua che dai canali di legno scende sulla ruota del mulino e si cerca una via tra le pietre, per raccogliersi infine in un bacino sabbioso in primo piano.[senza fonte]

Anche la veduta della cittadina di Chiusa sull'Isarco, trasferita nell'incisione su rame Nemesi (o Grande Fortuna), doveva essere un appunto di viaggio ad acquerello. Come questo esempio fa notare, gli acquerelli di D�rer non erano ideati come opere d'arte indipendenti: erano materiali di studio da rielaborare e inserire nei dipinti e nelle incisioni.[senza fonte]

Incisore a Norimberga

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Sacra famiglia con libellula, 1495, incisione su rame, Berlino, Staatliche Museen

Nella primavera del 1495 D�rer fece ritorno a Norimberga, dove cre� una propria bottega in cui riprese la sua attivit� di xilografo e calcografo. Queste tecniche erano particolarmente vantaggiose anche per ragioni economiche: poco dispendiose nella fase creativa, erano relativamente facili da smerciare se si conosceva il gusto del pubblico. D'altro canto la pittura dava minori margini di guadagno, aveva costi considerevoli per l'acquisto dei colori ed era legata ancora strettamente ai desideri del committente, limitando la libert� dell'artista, almeno riguardo al soggetto[18]. Si dedic�, dunque, totalmente alla grafica, prima ancora che giungessero commissioni per dipinti, e in questo periodo cre� una serie di incisioni che sono tra le pi� importanti della sua intera produzione[18]. Si occupava quasi sempre personalmente dell'intaglio: a Basilea e a Strasburgo erano stati soprattutto artigiani specializzati a preparare le matrici dai suoi disegni, con l'eccezione del San Girolamo e pochi altri, per i quali voleva dimostrare la sua superiore abilit�. In seguito, all'apice del successo, torn� ad utilizzare specialisti, ma nel frattempo era ormai sorta una generazione di incisori cos� abili da poter competere col suo stile[19].

Tra le prime � la Sacra Famiglia con la libellula, in cui l'insetto � raffigurato in basso a destra e, a dispetto del nome tradizionale, somiglia a una farfalla. Il profondo legame tra le figure e il paesaggio sullo sfondo � l'elemento che fin dall'inizio rese famosi i lavori grafici di D�rer al di l� dei confini tedeschi. D'altra parte, il gioco delle pieghe della ricchissima veste di Maria dimostra quanto la sua arte facesse ancora riferimento alla tradizione tedesca tardogotica, mentre dell'esperienza del suo soggiorno italiano non c'� ancora traccia. Seguendo l'esempio di Schongauer, che egli aveva scelto a suo modello, D�rer sigl� il foglio al margine inferiore con una prima versione di quel suo monogramma divenuto poi tanto famoso, qui eseguito con lettere che sembrano gotiche.[senza fonte]

La sua produzione di incisore su rame si mantenne in un primo momento entro limiti ristretti; incise in formato medio alcune rappresentazioni di santi e in formato piccolo alcune figure del popolo. Come disegnatore per le xilografie, D�rer inizi� invece subito a percorrere nuove vie, ma il risultato non sembr� soddisfarlo dal punto di vista della tecnica di incisione, cosicch� da allora in poi si serv� del pi� grosso formato di un mezzo foglio di stampa ("ganze Bogen"), su cui stampava blocchi xilografici di 38 � 30 cm[18].

La serie dell'Apocalisse

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I quattro cavalieri dell'Apocalisse
Lo stesso argomento in dettaglio: Apocalisse (D�rer).

Nel 1496 realizz� l'incisione del Bagno di uomini. In seguito inizi� a pensare a progetti pi� ambiziosi. Non pi� tardi di un anno dal ritorno da Venezia, inizi� i disegni preparatori per la sua pi� impegnativa impresa: le quindici xilografie per l'Apocalisse di Giovanni, che apparvero nel 1498 in due edizioni, una in latino e l'altra in tedesco[19]. Della stampa si occup� lui stesso, utilizzando dei caratteri messigli a disposizione dal suo padrino Anton Koberger. Si potrebbe anzi ipotizzare che fosse stato lo stesso Koberger a ispirargli questa iniziativa, poich� D�rer utilizz� come riferimento le illustrazioni della nona Bibbia tedesca, stampate per la prima volta a Colonia nel 1482, pubblicate poi da Koberger nel 1483.

L'opera fu innovativa sotto molti aspetti. Era il primo libro che veniva progettato e pubblicato per iniziativa personale di un artista, che ne disegn� le illustrazioni, ne incise le xilografie e ne fu anche l'editore. Inoltre la tipologia con le illustrazioni a piena pagina, sul recto, seguite dal testo sul verso rappresentavano un sorta di doppia versione, in parole e in immagini del medesimo racconto, senza che il lettore dovesse comparare ciascuna illustrazione col passo corrispondente[19].

D�rer per�, invece che le xilografie di formato orizzontale, scelse un grandioso formato verticale, e si stacc� dallo stile del modello biblico, che presentava numerose figure di piccole dimensioni. Le figure delle sue composizioni sono invece poche e grandi. In tutto realizz� quindici xilografie, di cui la prima illustra il Martirio di san Giovanni e le altre i vari episodi dell'Apocalisse.[senza fonte]

Mai prima d'allora le visioni di san Giovanni erano state rappresentate in modo pi� drammatico che in queste xilografie, singolarmente concepite con un forte contrasto di bianco e nero. Il fatto � che egli dava corporeit� alle figure con un sistema graduale di tratteggi paralleli, che era gi� da tempo nell'incisione su rame. Con sorprendente velocit� l'Apocalisse (e con essa il nome Albrecht D�rer) si diffuse in tutti i paesi d'Europa e procur� al suo autore il primo straordinario successo.[senza fonte]

La Grande Passione

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Trasporto della croce (1498-1499), xilografia dalla Grande Passione

Intorno al 1497, mentre ancora lavorava all'Apocalisse, D�rer concep� il progetto di una seconda serie nello stesso formato. Si trattava di un tema che egli elaborava gi� da tempo, al quale lavor� fino agli ultimi anni della sua vita: la Passione di Cristo. L'opera ebbe un impatto meno sensazionale dell'Apocalisse, sia per il soggetto, privo del lato fantastico, sia perch� il completamento avvenne in ritardo, con i primi fogli che nel frattempo giravano gi� come stampe isolate[20].

In una prima fase complet� sette fogli del ciclo, tra cui il Trasporto della croce � la composizione pi� matura. L'immagine del corteo che lascia la citt� e del Salvatore che crolla sotto il peso della croce, unisce due motivi derivati dalle incisioni in rame di Martin Schongauer, le cui forme tardogotiche vengono accentuate da D�rer; contemporaneamente, per�, la costruzione anatomica del corpo muscoloso del lanzichenecco di destra � da ricondurre alle immagini dell'arte italiana che D�rer aveva conosciuto a Venezia. Le forme diverse di questi due mondi sono qui riprodotte in uno stile personale che non lascia percepire alcuna frattura.

D�rer avrebbe completato questa Grande Passione solo nel 1510 con un frontespizio e altre quattro scene e l'avrebbe pubblicata in forma di libro con l'aggiunta del testo latino.

Un'altra testimonianza del nuovo stile introdotto nella xilografia � la Sacra Famiglia con le tre lepri.[senza fonte]

L'incontro con Federico il Saggio

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Ritratto di Oswolt Krel (1499)

Tra il 14 e il 18 aprile 1496 l'elettore di Sassonia Federico il Saggio visit� Norimberga, rimanendo colpito dal talento del giovane D�rer, al quale commission� tre opere: un ritratto, eseguito in quattro e quattr'otto con la veloce tecnica della tempera, e due polittici per arredare la chiesa che andava costruendo nel castello di Wittenberg, sua residenza: l'Altare di Dresda e il Polittico dei Sette Dolori. Artista e committente avviarono un durevole rapporto che si mantenne negli anni, anche se Federico spesso preferiva a D�rer il coetaneo Lucas Cranach il Vecchio, che divenne pittore di corte e ricevette anche un titolo nobiliare[21].

L'opera pi� impegnativa � il Polittico dei Sette Dolori, composto di una grande Madonna in adorazione al centro e sette tavole coi Dolori di Maria tutto attorno. Se la parte centrale venne dipinta personalmente da D�rer, gli scomparti laterali dovettero essere eseguiti da un assistente su disegno del maestro[21]. Pi� avanti gli commission� anche la tela dell'Ercole uccide gli uccelli di Stinfalo, in cui si notano le influenze di Antonio del Pollaiolo, conosciuto soprattutto attraverso le stampe[22].

Le commissioni del principe spianarono la strada alla carriera pittorica di D�rer, che inizi� a dipingere vari ritratti per l'aristocrazia norimberghese: dipinse nel 1497 il doppio ritratto delle sorelle F�rleger (F�rlegerin con i capelli raccolti e F�rlegerin con i capelli sciolti), poi nel 1499 i due dittici per la famiglia Tucher (una valva su quattro � perduta) e il ritratto di Oswolt Krel. In queste opere traspare una certa indifferenza dell'artista verso il soggetto, con l'eccezione dell'ultimo, uno dei pi� intensi e famosi lavori dell'artista[23].

La fine del XV secolo

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Autoritratto con guanti (1498)
Mostro marino

Nel 1498, stesso anno in cui fu pubblicata l'Apocalisse, D�rer realizz� il proprio Autoritratto con guanti, ora al Museo del Prado di Madrid. Rispetto al precedente autoritratto del Louvre, D�rer si mostra ormai come un gentiluomo raffinato, la cui eleganza nel vestire riflette una nuova consapevolezza di appartenere a un'"aristocrazia del pensiero", come gli artisti-umanisti che aveva visto a Venezia[21].

Tra le primissime opere del gruppo di acquerelli realizzati da D�rer negli anni successivi al suo ritorno dall'Italia � l'Isolotto sullo stagno con casetta (conservata a Londra), che mostra uno di quei piccoli padiglioni a forma di torre che venivano eretti in Germania gi� nel XIV secolo, quello oggetto dell'acquerello si trovava a ovest delle mura cittadine di Norimberga, in uno stagno collegato al fiume Pegnitz. Intorno al 1497, D�rer inser� l'immagine dell'edificio a torre sullo sfondo dell'incisione Madonna con la scimmia. � sorprendente con quale precisione sia riuscito a trasportare nel bianco e nero della grafica le sfumature cromatiche dell'acquerello ed � interessante notare che, mentre nell'immagine della Madonna col Bambino aveva preso come riferimento alcuni modelli italiani, il tratto pittoresco della piccola costruzione sullo sfondo, insolito per occhi italiani, spinse artisti come Giulio Campagnola o Cristoforo Robetta a copiare nelle loro incisioni la casa dello stagno: un tipico esempio di reciproca fecondazione artistica.

In quegli anni, D�rer utilizz� in altre occasioni i propri studi ad acquerello nelle composizioni delle incisioni. Per esempio inser� nel Mostro marino, sulla sponda al di sotto della rocca, una veduta dal lato nord del castello imperiale di Norimberga (non pi� esistente). Il soggetto della stampa � controverso: non si sa se rappresenti il tema di una saga germanica o se si tratti invece della storia di Anna Perenna ripresa dai Fasti di Ovidio.

Mulini su un fiume (1496-1498)

A questo punto, i paesaggi ad acquerello non costituiscono pi� per D�rer esclusivamente l'accurata registrazione di una situazione topografica; � sempre pi� interessato dal gioco dei colori e dalle loro variazioni al mutare della luce. Uno dei fogli pi� importanti in questo senso � l'acquerello Stagno in un bosco (conservato a Londra), dove la superficie del piccolo bacino d'acqua appare nero-azzurra e presenta una corrispondenza cromatica con le nuvole scure, tra le quali la luce del sole al tramonto risplende in toni di giallo e arancio e colora di un verde brillante le piante sul bordo dello stagno.

Ancora pi� evidente � il modo in cui la luce si trasforma nei Mulini su un fiume, un acquerello in grande formato conservato a Parigi. Gli edifici raffigurati sono gli stessi che si vedono sullo sfondo del Mulino di Berlino, solo che D�rer questa volta si colloc� direttamente sulla riva del Pegnitz. La luce del tramonto dopo un temporale d� ai tetti degli edifici un colore grigio argento e bruno, e la filigrana scura del ponticello bagnato sembra che goccioli ancora della pioggia del temporale appena cessato. La chioma dell'enorme tiglio riluce di un verde intenso e allo stesso tempo viene modellata dal contrasto fra le zone di luce gialla tendente al bianco e le orme profonde e quasi nere. Il gioco cromatico del sole, all'alba o al tramonto, contro le nuvole scure aveva gi� affascinato i pittori, a sud e a nord delle Alpi, ma gli effetti pittorici ottenuti da D�rer si ritroveranno solo nella pittura del XVII secolo o nell'Impressionismo del XIX secolo.

Nel foglio Valle presso Kalchreuth del 1500 circa, della collezione di Berlino, D�rer raggiunse quasi l'"impressione" degli acquerelli di Paul C�zanne. Un posto particolare tra i paesaggi ad acquerello occupa il gruppo di studi che D�rer cre� in una cava di pietra nei dintorni di Norimberga. Si tratta prevalentemente di rilevamenti di singole zone rupestri (come per esempio nel foglio dell'Ambrosiana), ma il carattere frammentario di questi fogli non lascia alcun dubbio che per l'artista non fossero altro che materiale di studio.[senza fonte]

L'Altare Paumgartner

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Altare Paumgartner (1500-1504 circa)

Intorno al 1500 la famiglia patrizia dei Paumgartner commission� a D�rer un altare a sportelli per la Katharinenkirche di Norimberga. � la pi� grande pala d'altare dell'artista (integralmente conservata all'Alte Pinakothek di Monaco) e mostra nella parte centrale l'Adorazione del Bambino e nelle laterali le monumentali figure di san Giorgio e sant'Eustachio. Il suggerimento dei committenti dovette contribuire in modo determinante a creare quel disequilibrio formale che l'altare ha quando le ali sono aperte, essendo le due figure di santi dipinte a grandezza quasi naturale e non proporzionata alle figure della tavola centrale che sono in scala pi� ridotta. Di fronte all'impressione positiva dell'Altare Paumgartner, le carenze nella costruzione prospettica degli edifici nella tavola centrale danno meno nell'occhio. Esse, tuttavia, indicano che, negli anni intorno al 1500, D�rer conosceva della prospettiva solo la regola di base, secondo cui tutte le linee che corrono perpendicolari alla superficie del quadro sembrano convergere in un punto al centro del quadro stesso.

D�rer in questo caso si assunse addirittura il difficile compito delle aperture ad arco che appaiono di scorcio ai due lati dello scenario, che acquista cos� l'aspetto di una stretta strada cittadina. Con una simile arditezza, era impossibile evitare alcuni errori, che per� quasi scompaiono nell'eccellente composizione totale, nella quale sono inserite le sette piccole figure dei donatori. Alcune linee oblique parallele scandiscono i piani: dal bastone di Giuseppe e le tre piccole figure delle donatrici, al capo di Giuseppe e quello di Maria, fino alla tettoia in legno e le tavole.

Secondo un'antica tradizione le teste dei due santi sugli sportelli laterali ritraggono i fratelli Stephan e Lukas Paumgartner. Probabilmente anche la sproporzione delle figure si spiega col desiderio di venir riconosciuti. Se le annotazioni tradizionali sono esatte, i due santi in piedi si possono considerare i pi� antichi ritratti a figura intera.[senza fonte]

L'Autoritratto con pelliccia

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Autoritratto con pelliccia (1500)

Nell'anno 1500 D�rer aveva appena oltrepassato, secondo la concezione del suo tempo, la soglia dell'et� virile. Attraverso l'attivit� grafica aveva gi� acquisito una fama europea. Le sue incisioni su rame superarono presto, per precisione e accuratezza nell'esecuzione, quelle di Schongauer. Presumibilmente incitato dagli amici di formazione umanistica, egli aveva per primo introdotto rappresentazioni che richiamano i concetti anticheggianti della filosofia neoplatonica di Marsilio Ficino e del suo circolo.

Inoltre, egli affront� nelle sue incisioni su rame i due problemi artistici di cui si occupavano gli artisti italiani da circa un secolo: le proporzioni del corpo umano e la prospettiva. Mentre per� D�rer fu presto in grado di rappresentare un corpo nudo maschile prossimo all'ideale degli antichi, le sue conoscenze in campo prospettico restarono invece incomplete ancora a lungo.

Che D�rer fosse cosciente del proprio ruolo nel processo di evoluzione dell'arte lo prova l'Autoritratto con pelliccia del 1500, conservato a Monaco. In esso, l'ultimo come soggetto indipendente, adott� una posizione rigidamente frontale, secondo uno schema di costruzione utilizzato nel Medioevo per l'immagine di Cristo. In questo senso egli si riferisce alle parole della creazione nell'Antico Testamento, ovvero che Dio cre� l'uomo a propria somiglianza. Tale idea era stata affrontata in particolare dai neoplatonici fiorentini vicini a Ficino, e non veniva riferita solo all'apparenza esteriore, ma anche riconosciuta nelle capacit� creative dell'uomo.

Perci� D�rer pose accanto al proprio ritratto un'iscrizione, il cui testo, tradotto in latino, indica: "Io Albrecht D�rer di Norimberga, all'et� di ventotto anni, con colori eterni ho creato me stesso a mia immagine". Con intenzione qui � stato scelto il termine "creato" piuttosto che "dipinto", come ci si sarebbe aspettati nel caso di un pittore. L'Autoritratto del 1500 non nasce per� come un atto di presunzione, bens� indica la considerazione che gli artisti europei di quel tempo avevano di s� stessi. Ci� che persino i grandi artisti italiani, come per esempio Leonardo da Vinci, avevano espresso solo a parole, Albrecht D�rer l'espresse nella forma dell'autoritratto.

L'esatto opposto di questa rappresentazione di s� � un disegno a pennello (conservato a Weimar) su carta preparata con un colore verde di fondo, nel quale l'artista si � ritratto nudo con un realismo spietato. Questo foglio, compiuto tra il 1500 e il 1505 circa, prova l'enorme grandezza dell'uomo e dell'artista D�rer. Si deve per� prendere atto del fatto che queste due testimonianze di autosservazione e di autovalutazione, finch� D�rer rimase in vita, furono cos� poco conosciute dal vasto pubblico quanto gli scritti letterari di Leonardo. Esso acquista per� un importante significato anche in un altro senso, quello degli studi sulla proporzione, che negli anni dopo il 1500 diedero i loro primi risultati.[senza fonte]

La ricerca della prospettiva

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Nemesi (1502 circa)

Poich� Jacopo de' Barbari, che in quell'anno era andato a risiedere a Norimberga come pittore dell'imperatore Massimiliano, n� a Venezia nel 1494 n� ora aveva voluto rivelare a D�rer il principio della costruzione delle figure umane secondo un canone di proporzione, questi prov� sperimentalmente a stabilire quelle regole fondamentali che gli si negava di conoscere, protette come segreto di bottega. L'unico suo punto di riferimento erano le scarse indicazioni sulle proporzioni del corpo umano nell'opera dell'antico teorico dell'architettura Vitruvio. D�rer applic� poi queste indicazioni anche nella costruzione del corpo femminile. Il risultato furono le forme spiacevoli della dea Nemesi nell'incisione omonima. A quello stesso periodo risale il Sant'Eustachio.[senza fonte]

Nel suo secondo viaggio a Venezia D�rer cerc� spesso di conoscere le regole della costruzione prospettica, con una certa difficolt�. Arriv� a spostarsi fino a Bologna per incontrare appositamente una persona in grado di trasmettergli l'"arte segreta della prospettiva", forse Luca Pacioli[24].

Il Peccato originale

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Peccato originale (1504)

L'influsso che l'arte di Jacopo de' Barbari esercit� comunque sugli studi sulla proporzione di D�rer si pu� riconoscere nel disegno a penna dell'Apollo conservato a Londra, ispirato a un'incisione su rame del maestro veneziano intitolata Apollo e Diana.

Ma il risultato artistico pi� completo di questa fase dei suoi studi sulla proporzione D�rer lo propose nella incisione su rame del Peccato originale, datata 1504. Per la figura di Adamo egli fece probabilmente riferimento (come gi� per l'Apollo del disegno di Londra) a una riproduzione dell'Apollo del Belvedere, statua scoperta solo pochi anni prima in uno scavo presso Roma. Tra gli animali che abitano nel Paradiso insieme alla coppia sono lepri, gatti, un bue e un alce, che vengono interpretati come simboli dei quattro temperamenti umani; il camoscio sulla roccia simboleggia l'occhio di Dio che dall'alto tutto vede, e il pappagallo la lode innalzata al creatore.

Vita della Vergine

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Ancor prima di completare la frammentaria Grande Passione, D�rer aveva gi� iniziato a lavorare su un nuovo progetto: la serie xilografica della Vita della Vergine, che doveva aver iniziato gi� poco dopo il 1500; entro il 1504 port� a termine sedici fogli e l'intera serie fu completata solo nel 1510-1511.

La raffigurazione con la Nascita della Vergine � forse il foglio pi� bello di tutta la serie. D�rer fece una descrizione realistica dell'attivit� in una camera per puerpere nella Germania del tempo. La partoriente, sant'Anna, � assistita da due donne e giace in un letto sfarzoso, posto alla profonda estremit� della stanza. Intanto, la neonata viene preparata per il bagno da un'altra ancella. Le restanti donne presenti trovano ristoro dalle fatiche compiute nel "rinfresco del battesimo", costume in uso all'epoca.

Studi e disegni all'inizio del secolo

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Leprotto (1502)

In questo periodo della prima maturit�, Albrecht D�rer fu sollecitato dalla diffusa devozione per la Madonna a composizioni nuove e talvolta sorprendenti, come per esempio quella del disegno a penna e ad acquerello del 1503, la Madonna degli Animali. La figura di Maria col Bambino � un'evoluzione ulteriore della Vergine dell'incisione della Madonna con la scimmia: anch'ella siede come in trono su di un sedile erboso; intorno a lei sono disegnati piante e animali in gran numero; sullo sfondo a destra � raffigurato l'annuncio dell'angelo ai pastori, mentre a grande distanza si avvicina da sinistra il corteo dei tre re Magi.

Cristo � dunque rappresentato come Signore non solo degli uomini, ma anche degli animali e delle piante. La volpe legata a una corda rappresenta il male, privato della sua libert� di agire. Probabilmente questo disegno a penna e acquerello era un lavoro preparatorio per un dipinto o una grande incisione su rame. Ma ci� che veramente colpisce in questo foglio � l'iconografia, per la quale non esiste confronto. Una gran quantit� di studi e di incisioni su rame mettono in evidenza l'interesse che D�rer ebbe per le immagini della flora e della fauna.

Il Leprotto � datato 1502, e La grande zolla porta la data, appena ancora leggibile, del 1503. I due fogli (appartenenti al fondo dell'Albertina di Vienna), che D�rer fece ad acquerello e guazzo, sono tra le produzioni pi� alte dell'arte europea su tali soggetti. Mai animali e piante furono compresi nel loro essere in forme pi� compiute che in questi realistici studi di natura, anche se il pittore non eccede nella riproduzione dei dettagli. Proprio nell'immagine della lepre si nota che, accanto ai punti in cui i peli sono accuratamente tratteggiati, ce ne sono altri in cui non se ne d� il minimo conto nel campo di colore; e anche per la zolla di terra, il terreno dal quale spuntano fuori le erbe � solo sommariamente accennato.

La grande zolla (1503)

Non si sa quale significato abbiano avuto per l'artista stesso opere di questo tipo; infatti, diversamente dai paesaggi ad acquerello, esse riaffiorano molto raramente in altri contesti. Tuttavia, poich� D�rer fece con estrema cura alcuni studi di natura su pergamena, si potrebbe supporre che accordasse a esse un valore intrinseco che si fondava, in ugual misura, sia sull'apparente realismo che sulla virtuosa esecuzione tecnica.

Un ruolo particolare fra gli studi di animali acquistano i disegni con cavalli. Essi infatti documentano con estrema chiarezza che D�rer doveva conoscere gli studi di Leonardo sui cavalli delle stalle di Galeazzo Sanseverino a Milano. Sanseverino visit� pi� volte a Norimberga uno degli amici pi� intimi di D�rer, Willibald Pirckheimer, che avrebbe potuto fargli conoscere le incisioni dei disegni di cavalli fatti da Leonardo. Il risultato dell'incontro con gli studi di Leonardo (preparatori del monumento Sforza) � evidente nell'incisione su rame del Piccolo cavallo del 1505, in cui l'elemento leonardesco � riconoscibile specialmente nella testa dell'animale[25].

Rispetto ai pi� famosi studi di animali e di piante o rispetto ai paesaggi ad acquerello, molto minore attenzione hanno incontrato gli studi di costume eseguiti a pennello. Tra questi � da annoverare il disegno del Cavaliere del 1498 (ora a Vienna), sul cui margine superiore D�rer pose queste parole: �Questa era l'armatura dell'epoca in Germania�. Gli errori di disegno nella teste e nelle zampe anteriori del cavallo, come anche la cromia limitati ai toni blu e di bruno, fanno ipotizzare che il foglio fosse stato concepito come uno studio di natura. Solo nel 1513 questo disegno trov� una nuova utilizzazione, insieme con uno studio di paesaggio pi� vecchio, nella famosa incisione Il cavaliere, la morte e il diavolo.

Un altro studio di costume, la Dama di Norimberga in abito da sposa (o da ballo) del 1500, viene inserito nel 1503 da D�rer nella prima incisione su rame datata, intitolata le Insegne della morte. L'elmo che qui figura riprende invece uno studio ad acquerello che mostra un elmo da torneo ripreso da tre punti diversi. Egli fece dunque confluire diversi lavori preparatori, in questa composizione unitaria, che � un'impressionante allegoria araldica.

Ma non sempre D�rer ha usato gli studi di costume, di animali o di piante per creare i propri lavori grafici. La xilografia su foglio unico dei Santi eremiti Antonio e Paolo ha assonanze con alcuni suoi studi pi� antichi. Cos�, per esempio, il bosco ricorda molto pi� lo Stagno in un bosco che non gli alberi dello schizzo di composizione rimastoci, e la testa del capriolo riecheggia un disegno conservato a Kansas City.

Dipinti alla vigilia del viaggio

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Adorazione dei Magi (1504)

Negli anni del XVI secolo che precedono il secondo viaggio in Italia l'artista port� a compimento alcune opere in cui si notano sempre pi� evidenti legami tra suggestioni italiane e tradizione tedesca, che dovettero spingerlo a cercare un maggiore approfondimento con il nuovo viaggio. opere sicuramente completate in questo periodo sono il Compianto Glim, con un gruppo compatto di figure stretto attorno al corpo adagiato di Cristo, il gi� citato Altare Paumgartner, l'Adorazione dei Magi e l'Altare Jabach, in parte perduto[22].

Adorazione dei Magi

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Nel limitato numero di dipinti che realizz� nei primi anni del XVI secolo, il pi� eccezionale � l'Adorazione dei Magi del 1504, commissionato da Federico il Saggio e conservato agli Uffizi di Firenze.

La composizione appare semplice, e il legame tra la struttura architettonica delle rovine e il paesaggio � continuo. Dal punto di vista cromatico, il quadro � caratterizzato dalla terna di colore rosso, verde e ardesia. Probabilmente l'artista non progett� gli archi a tutto sesto, nota architettonica dominante nel quadro, in relazione con la costruzione e prospettiva centrale (che � rilevabile nel gradino al lato destro), ma piuttosto li costru� a parte e solo in un secondo momento li inser� nella composizione. Nel quadro si inseriscono poi gli studi di natura della farfalla e del cervo volante, simboli della salvezza dell'uomo ottenuta per mezzo del sacrificio di Cristo.

Erano anni di epidemie frequenti (lo stesso D�rer si ammal�) e Federico di Sassonia, collezionista di reliquie e probabilmente ipocondriaco, stava ampliando il numero di santi rappresentati nella sua chiesa. Fu probabilmente in questo periodo che richiese a D�rer di aggiungere i santi laterali per l'Altare di Dresda[25].

Il secondo viaggio in Italia

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Ritratto di giovane veneziana (1515)

Nella primavera o ai primi di autunno del 1505, D�rer interruppe il lavoro e si mise nuovamente in viaggio verso l'Italia, probabilmente con l'occasione di sfuggire a un'epidemia che aveva colpito la sua citt�. Egli desiderava inoltre completare le proprie conoscenze sulla prospettiva e ritrovare un ambiente culturale ricco e stimolante ben pi� di Norimberga. Se per il primo viaggio le notizie sono piuttosto scarne, il secondo � invece ben documentato, grazie innanzitutto alle dieci lettere che indirizz� all'amico Willibald Pirckheimer, spesso ricche di gustosi particolari che descrivono le sue aspirazioni e i suoi stati d'animo, talvolta travagliati[26]. Avrebbe voluto portare con s� il fratello Hans, ma la madre anziana e apprensiva non concesse il permesso[26].

Seguendo lo stesso tragitto della volta precedente prese la via del sud, diretto a Venezia, facendo una prima sosta ad Augusta, patria della famiglia Fugger, che lo avrebbe ospitato nella citt� lagunare. Gi� in quell'occasione ricevette la proposta di dipingere una pala per la chiesa della comunit� tedesca veneziana, San Bartolomeo, da terminare per la met� del maggio 1506. Pass� poi per il Tirolo, i valichi alpini, e la valle dell'Adige[27].

Il D�rer che arrivava in Italia questa volta non era pi� il giovane artista sconosciuto di dieci anni prima, ma un artista conosciuto e apprezzato in tutta Europa, soprattutto grazie alle sue incisioni, cos� ammirate e copiate frequentemente. Per pagarsi il viaggio e provvedere ai bisogni si era portato dietro alcuni dipinti che contava di vendere, tra cui probabilmente la Madonna di Bagnacavallo. Inoltre contava di lavorare guadagnando con la propria arte[27].

Arrivato a Venezia si immerse nell'ambiente cosmopolita della citt�, compr� nuovi abiti eleganti, descritti nelle lettere, e frequent� personaggi colti, estimatori d'arte e musicisti, come un perfetto gentiluomo. Raccont� che talvolta era cos� ricercato dagli amici da doversi nascondere per trovare un po' di pace: sicuramente la sua figura slanciata e dal portamento elegante non doveva passare inosservata[28].

Suscitava anche antipatie, soprattutto nei colleghi italiani che, come egli stesso scrisse nelle sue lettere, "imitano la mia opera nelle chiese dovunque sia loro possibile, poi la criticano e dicono che non � eseguita secondo la maniera antica, e per questo non andrebbe bene". Egli fa il nome di due soli artisti locali: Jacopo de' Barbari e Giovanni Bellini. Quest'ultimo, di et� ormai avanzata, era ritenuto da D�rer ancora il migliore sulla piazza ed aveva ricevuto da lui benevolenza e stima, andando a trovarlo ed esprimendo addirittura il desiderio di acquistare qualche suo lavoro, disponibile anche a pagarlo bene; un'altra volta il Bellini aveva elogiato il tedesco pubblicamente[28].

Jacopo de' Barbari, detto "Meister Jakob", era il protetto del norimberghese presente a Venezia Anton Kolb; verso questo collega D�rer ebbe parole di lieve sarcasmo, quando scrisse che in Italia erano molti gli artisti pi� bravi di lui.

La Festa del Rosario e altre opere veneziane

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Festa del Rosario (1506)

Il secondo soggiorno nella citt� lagunare dur� quasi un anno e mezzo. Quasi subito, ancor prima di mettersi al lavoro alla grande pala d'altare, dipinse il Ritratto di giovane veneziana. Sebbene il quadro, che porta la data del 1505 e che si trova a Vienna, non sia stato portato a termine completamente da lui, pu� essere considerato il ritratto femminile pi� affascinante tra quelli di sua mano. D�rer prepar� questa pala con la massima cura.

Tra i singoli studi conservati, il Ritratto di un architetto (ora a Berlino, come la maggior parte dei fogli compiuti a Venezia) � eseguito su carta blu ad acquerello bianco e nero, con la tecnica del disegno a pennello che aveva appreso dai pittori del posto. Tra i lavori preparatori costituisce un'eccezione lo Studio per il mantello del papa (conservato a Vienna), un semplice disegno a pennello su carta bianca in cui il motivo del mantello � per� accennato in un morbido colore ocra e violetto.

L'opera pi� importante del soggiorno veneziano � per� senza dubbio la Festa del Rosario, cio� la pala di cui aveva gi� discusso ad Augusta per decorare la chiesa della comunit� tedesca gravitante attorno al Fontego dei Tedeschi. L'opera non fu realizzata cos� velocemente come il committente Jacob Fugger aveva sperato, ma richiese cinque mesi, venendo conclusa solo alla fine del settembre del 1506, quando l'artista comunic� la notizia a Pirckheimer. Prima che fosse terminata, il doge e il patriarca di Venezia, con la nobilt� cittadina, si erano recati nella sua bottega per vedere la tavola. Anni dopo, in una lettera al Senato di Norimberga del 1524, il pittore ricord� come in quell'occasione il doge gli avesse proposto di diventare pittore della Serenissima, con un'ottima offerta retributiva (200 ducati all'anno) che egli per� declin�[29].

Cristo dodicenne tra i dottori (1506)

Pare che anche molti artisti locali andarono a vedere l'opera, tra cui il decano dei pittori veneziani, Giovanni Bellini, che in pi� di un'occasione manifest� la sua stima al pittore tedesco, peraltro ricambiata[29]. Il soggetto della tavola era legato alla comunit� teutonica veneziana, attiva commercialmente nel Fontego dei Tedeschi e che si riuniva nella Confraternita del Rosario, fondata a Strasburgo nel 1474 da Jacob Sprenger, l'autore del Malleus Maleficarum. Essi avevano come scopo la promozione del culto della Vergine del Rosario. Nel dipinto il maestro tedesco assorb� le suggestioni dell'arte veneta del tempo, come il rigore compositivo della composizione piramidale con al vertice il trono di Maria, la monumentalit� dell'impianto e lo splendore cromatico, mentre di gusto tipicamente nordico � l'accurata resa dei dettagli e delle fisionomie, l'intensificazione gestuale e la concatenazione dinamica tra le figure[30]. L'opera � infatti memore della calma monumentalit� di Giovanni Bellini, con l'omaggio esplicito dell'angelo musicante gi� presente, ad esempio, nella Pala di San Giobbe (1487) o nella Pala di San Zaccaria (1505)[29].

A Venezia D�rer fece alcuni ritratti di notabili locali, sia maschili che femminili, e realizz� altre due opere a soggetto religioso: la Madonna del Lucherino, molto simile alla Festa del Rosario da apparire come un dettaglio di essa, e il Cristo dodicenne tra i dottori, che, come ricorda la firma apposta sull'opera, l'artista realizz� in appena cinque giorni utilizzando un sottile strato di colore con pennellate fluide. Lo schema compositivo di quest'opera � serrato, con una serie di personaggi a mezza figura attorno al Cristo bambino che disputano le verit� della religione: si tratta di una vera e propria galleria di personaggi, influenzata dagli studi di Leonardo sulle fisionomie, in cui appare anche una vera e propria caricatura[31].

Il rientro (1507)

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Alla fine del suo soggiorno, ai primi del 1507, l'artista si rec� a Bologna, dove cerc� qualcuno che gli avrebbe insegnato "l'arte segreta della prospettiva"[31]. Prima di partire scrisse a Pirckheimer queste testuali parole: "O, wie wird mich nach der Sonne frieren! Hier bin ich ein Herr, daheim ein Schmarotzer." (Traduzione: "Oh, come sar� per me freddo, dopo il sole! Qui (a Venezia) sono un signore, in patria un parassita")[32].

Durante il viaggio di ritorno in patria, acquerell� diversi paesaggi, come il Castello alpino ora a Braunschweig - che � forse quello di Segonzano - il Castello di Trento del British Museum, la Veduta di Arco al Museo del Louvre, e quella di Innsbruck a Oxford; nel confronto di tali paesaggi con quelli da lui composti precedentemente al viaggio in Italia si nota la resa pi� sciolta e la maggiore libert� di osservazione.

Il trattato sulla proporzione

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Illustrazione dal trattato
Adamo ed Eva (1507)

Tornato a Norimberga D�rer, mosso dagli esempi di Leon Battista Alberti e Leonardo da Vinci, avrebbe voluto mettere nero su bianco, in un trattato, le conoscenze teoriche acquisite sull'operare artistico, in particolare sulle proporzioni perfette del corpo umano. Si dedic� cos� a studi che solo in parte arrivarono alla pubblicazione[31].

Secondo D�rer, in opposizione ad alcuni non meglio precisati trattisti italiani, che "parlano di cose che non sono poi in grado di fare", la bellezza del corpo umano non si basava su concetti e calcoli astratti, ma era qualcosa che si basava innanzitutto sul calcolo empirico. Per questo si dedic� alla misurazione di un gran numero di individui, senza per� riuscire ad approdare a un modello definitivo e ideale, essendo esso mutabile in relazione ai tempi e alle mode. "Che cosa sia la bellezza io non lo so... Non ne esiste una che sia tale da non essere suscettibile di ulteriore perfezionamento. Solo Dio ha questa sapienza e quegli cui lui lo rivelasse, questi ancora lo saprebbe"[33].

Questi studi culminarono, nel 1507, con la creazione delle due tavole di Adamo ed Eva conservate al Museo del Prado, in cui la bellezza ideale dei soggetti non scaturisce dalla regola classica delle proporzioni di Vitruvio, ma da un approccio pi� empirico, che lo porta a creare figure pi� slanciate, aggraziate e dinamiche. La novit� si vede bene confrontando l'opera con l'incisione del Peccato originale di qualche anno prima, in cui i progenitori erano irrigiditi da una geometrica solidit�[33].

Pale d'altare

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Adorazione della Santissima Trinit� (1511)

Tornato da Venezia ricevette nuove commissioni per grandi pale d'altare. Federico il Saggio gli richiese una nuova tavola, il Martirio dei Diecimila (completato nel 1508), in cui l'artista, come divenuta consuetudine in quegli anni, si ritrasse tra i personaggi vicino all'iscrizione con la sua firma e la data[33].

Una seconda opera fu la tavola centrale dell'Altare Heller, un trittico con sportelli mobili commissionato dal mercante di Francoforte Jakob Heller, con gli scomparti laterali dipinti da aiuti. La tavola centrale, distrutta in un incendio nel 1729 e conosciuta solo grazie a una copia del 1615, mostra una complessa fusione delle iconografie dell'Assunzione dell'Incoronazione della Vergine, che riprendeva un dipinto di Raffaello visto in Italia, la Pala degli Oddi[33].

La terza pala d'altare fu l'Adorazione della Santissima Trinit�, realizzata per la cappella della "Casa dei Dodici fratelli", un'istituzione caritatevole di Norimberga. L'opera mostra una visione celeste in cui Dio Padre, con la corona imperiale, tiene la croce del figlio ancora vivo, mentre in alto fa la sua comparsa la colomba dello Spirito Santo in un nimbo luminoso circondato da cherubini. Due anelli adoranti si dispongono attorno alla Trinit�: tutti i santi e, pi� in basso, la comunit� cristiana guidata dal papa e dall'imperatore. Pi� in basso, in un vastissimo paesaggio, l'artista rappresent� s� stesso, isolato[34].

A parte queste grandi opere il secondo decennio del Cinquecento segn� una certa stasi nell'attivit� pittorica, in favore di un impegno sempre pi� profondo negli studi di geometria e teoria estetica[34].

I Meisterstiche

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Melencolia I, dettaglio
Ritratto della madre anziana (1514)
Ritratto dell'imperatore Massimiliano I (1519)

Questo periodo per l'artista � anche quello delle incisioni pi� celebri, grazia all'ormai completa padronanza del bulino, che gli permise di realizzare una serie di capolavori sia sul piano della tecnica che di quello della concentrazione fantastica.

Risalgono infatti al 1513-1514 le tre opere allegoriche del Cavaliere, la morte e il diavolo, il San Girolamo nella cella e Melencolia I. Le tre incisioni, note come i Meisterstiche, sebbene non legate dal punto di vista compositivo, rappresentano tre esempi diversi di vita, legati rispettivamente alle virt� morali, intellettuali e teologiche[35].

Nuovi ritratti

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Nel 1514 mor� la madre, pochi mesi dopo che l'artista le aveva fatto un ritratto a carboncino di drammatico realismo, quando essa era gi� malata e presagiva la fine[35].

Due anni dopo dipinse il ritratto di Michael Wolgemut, l'antico maestro, che mor� tre anni dopo. In quell'occasione D�rer riprese in mano il foglio per aggiungervi "aveva 82 anni e ha vissuto fino al 1519, quando � morto il mattino del giorno di sant'Andrea, prima del sorgere del sole"[35].

Al servizio di Massimiliano I

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Nella primavera del 1512, Massimiliano I d'Asburgo si era fermato per pi� di due mesi a Norimberga, dove aveva conosciuto D�rer. Per celebrare l'imperatore e la sua casata l'artista concep� allora un'impresa mai vista, quella di una gigantesca xilografia, vera antesignana dei poster, composta da 193 blocchi stampati separatamente e riuniti insieme a formare un grande Arco trionfale, con storie della vita di Massimiliano e dei suoi antenati. Essa richiese, oltre al contributo di D�rer, quello di eruditi, architetti e intagliatori[35]. La straordinaria composizione venne ricompensata all'artista con un beneficio annuo di cento fiorini, che doveva essergli corrisposto dalla municipalit� di Norimberga.[35]. Nel 1515 disegn� una xilografia di un rinoceronte indiano di cui aveva sentito parlare, che divenne nota come Rinoceronte di D�rer[36].

Ancora nel 1518, durante la Dieta di Augusta, D�rer venne chiamato dal sovrano per ritrarlo. Fece un disegno a matita dal vero, dal quale avrebbe poi ricavato il ritratto su tavola, a margine del quale annot� con un certo orgoglio: "� l'imperatore Massimiliano che io Albrecht D�rer ho ritratto ad Augusta, su in alto nel palazzo, dentro la sua piccola stanzetta, luned� 28 giugno 1518"[37].

Il 12 gennaio 1519 la morte dell'imperatore colse l'artista di sorpresa, acuendo il dolore in un momento di crisi personale. Il suo amico Pirckheimer scrisse infatti in una lettera a un altro umanista "D�rer sta male", avvertendone tutto il disagio[37]. Il Senato di Norimberga aveva infatti approfittato della morte del sovrano per interrompere il pagamento del vitalizio annuo, che costrinse l'artista a partire per un lungo viaggio nei Paesi Bassi per incontrare il suo successore, Carlo V, e ottenere la conferma del privilegio[37].

Oltre i disagi di natura economica l'artista viveva inoltre in quel periodo il turbamento per la predicazione di Martin Lutero. Nella dottrina del frate agostiniano riusc� per� a trovare un rifugio dal suo disagio e all'inizio del 1520 scrisse una lettera al bibliotecario di Federico di Sassonia in cui esprimeva la volont� di incontrare Lutero per farne un ritratto, in segno di ringraziamento e stima, cosa che alla fine mai avvenne[38].

Nel 1519 un artista olandese, Jan van Scorel, incontr� a Norimberga D�rer, dopo essersi appositamente recato in viaggio, ma lo trov� cos� preso dalle questioni religiose che prefer� rinunciare alle richieste di insegnamenti e se ne ripart�[38].

Il viaggio nei Paesi Bassi (1520-1521)

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San Girolamo nello studio (1521) fu l'opera pi� importante che D�rer dipinse nel suo ultimo grande viaggio.

Il 12 luglio 1520 D�rer si accinse dunque a partire per l'ultimo dei suoi grandi viaggi, che lo tenne lontano da casa per un intero anno. A differenza degli altri viaggi, venne accompagnato dalla moglie Agnes e da una domestica; inoltre tenne un diario in cui annot� gli accadimenti, le impressioni e i tornaconti[38]. Durante tutto il viaggio l'artista non mangiava mai con la moglie, ma piuttosto preferiva farlo da solo o con un ospite[38].

Oltre alla necessit� di incontrare Carlo V, il viaggio rappresentava l'occasione di un giro commerciale, nonch� rendeva possibile incontrare artisti, amici e committenti. Al ritorno per� annot�, anche se senza rammarico, che facendo i conti tra quanto aveva guadagnato e quanto aveva speso ne era uscito in perdita[38].

Partito con una grande quantit� di stampe e dipinti, che contava di vendere o di regalare, l'artista fece una prima tappa via terra a Bamberga, dove il vescovo li accolse con cordialit�. Navig� poi fino a Magonza e Colonia; poi con cinque giorni di viaggio via terra raggiunse Anversa, dove alloggi� presso un certo Blankvelt che offriva loro anche il vitto[38]. Il 23 ottobre assistette all'incoronazione di Carlo V e il 12 novembre, "con grandi fatiche e sforzi"[39], ottenne udienza dall'imperatore e la riconferma della rendita. Nel frattempo visit� molti luoghi, incontrando artisti e mercanti che lo riconobbero come grande maestro, trattandolo con magnificenza e cordialit�[40]. Tra gli altri conobbe Luca da Leida, e Joachim Patinir, che lo invit� alla sua festa di nozze e chiese il suo aiuto per alcuni disegni[40].

Pot� inoltre ammirare i capolavori della pittura fiamminga e venne ricevuto da numerose personalit� di rango. Tra tutte queste Margherita d'Austria, la governatrice dei Paesi Bassi figlia di Massimiliano, lo chiam� a Bruxelles, gli mostr� molta benevolenza e gli promise di intercedere presso Carlo. L'artista le fece dono di una sua Passione e di una serie di incisioni.

Quattro Apostoli (1526)

Tornato nella sua citt� malato e stanco, si dedic� soprattutto alla produzione di incisioni e alla scrittura dei trattati di geometria e scienza delle fortificazioni[40].

L'avvicinamento alla dottrina protestante si riflett� anche nella sua arte, abbandonando quasi completamente i temi profani e i ritratti, preferendo sempre pi� i soggetti evangelici, mentre il suo stile si faceva pi� severo ed energetico. Il progetto per una sacra conversazione, di cui restano numerosi, stupendi studi, venne probabilmente accantonato proprio per le mutate condizioni politiche e il clima ormai ostile verso le immagini sacre, accusate di alimentare l'idolatria[40].

Per difendersi forse da questa accusa, nel 1526, in piena epoca luterana, dipinse le due tavole con i monumentali Quattro Apostoli, veri campioni di virt� cristiana, che don� al municipio della propria citt�. Si tratta di testimonianza della spiritualit� maturata con la riforma luterana e apice della sua ricerca pittorica tesa alla ricerca della bellezza espressiva e della precisione della rappresentazione della persona umana e della rappresentazione prospettica dello spazio[41].

Lo stesso anno dipinse gli ultimi ritratti, quelli di Bernhart von Reesen, Jakob Muffel, Hieronymus Holzschuher e Johann Kleberger[41].

Del 1525 � un trattato di prospettiva nell'ambito della geometria descrittiva e Nel 1527 fece pubblicare il Trattato sulle fortificazioni di citt�, castelli e borghi[41]; nel 1528 uscirono poi quattro libri sulle proporzioni del corpo umano.

D�rer, malato gi� da tempo, mor� il 6 aprile 1528 nella sua casa di Norimberga e fu sepolto nel cimitero della chiesa di San Giovanni, ove riposa tuttora. Era rimasto fedele all'insegnamento di Lutero, mentre il suo amico Pirckheimer aveva abiurato tornando al cattolicesimo[41]. Sulla lapide dell'amico artista Pirckheimer fece incidere l'epigrafe latina: "Ci� che di mortale fu di Albrecht D�rer riposa in questa tomba"[41].

Non avendo avuto figli, Albrecht D�rer lasci� in eredit� alla moglie la casa e una cospicua somma in denaro: al momento del decesso era uno dei dieci cittadini pi� ricchi di Norimberga.

La fama di D�rer � dovuta anche ai suoi studi e alle sue ricerche a carattere scientifico soprattutto in campi come la geometria, la prospettiva, l'antropometria e l'astronomia, quest'ultima testimoniata da una celebre carta celeste con polo eclittico. Fortemente influenzato dagli studi di Leonardo da Vinci, D�rer concep� l'idea di un trattato sulla pittura intitolato Underricht der Malerei con il quale intendeva fornire ai giovani pittori tutte le nozioni che egli aveva potuto acquisire grazie alla sua esperienza di ricerca, ma non riusc� per� nell'intento che si era inizialmente prefissato. I suoi scritti ebbero molta importanza per la formazione del linguaggio scientifico tedesco, e alcuni trattati sulle prospettive e sulle proporzioni scientifiche del corpo umano risultarono utili ai cadetti pittori dell'epoca.

D�rer � inoltre autore di un importante lavoro sulla geometria in quattro libri intitolato "I quattro libri sulla misurazione" (Underweysung der Messung mit dem Zirckel und Richtscheyt or Instructions for Measuring with Compass and Ruler). Nell'opera il pittore focalizza l'attenzione sulla geometria lineare. Le costruzioni geometriche di D�rer includono eliche, spirali e coniche. Egli trasse ispirazione dal matematico della Grecia Antica Apollonio, oltre che dal libro del suo contemporaneo e concittadino Johannes Werner intitolato 'Libellus super viginti duobus elementis conicis' del 1522.

Lo stesso argomento in dettaglio: Opere di Albrecht Dürer.

Giovinezza (1490–1494)

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Primo viaggio in Italia (1494–1495) e maturità (1495–1505)

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Secondo viaggio in Italia (1505–1507)

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Norimberga e i capolavori (1507–1520)

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Viaggio nei Paesi Bassi (1520–1521)

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Ultima fase (1521–1528)

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Lo stesso argomento in dettaglio: Incisioni di Albrecht Dürer.
  1. ^ Cfr. G. Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, vedi Vita di Marcantonio Bolognese e altri intagliatori di stampe, 1568.
  2. ^ Cfr. Vite dei Pittori, Scultori ed Architetti moderni descritte da Gio. Pietro Bellori, Tomo III, Pisa, Presso Niccolò Capurro co’ caratteri di F. Didot, 1821, pag. 114.
  3. ^ Di Alberto Durero pittore e geometra chiarissimo Della Simmetria dei corpi humani, Libri quattro. Nuovamente tradotti dalla lingua Latina nella italiana da M. Gio. Paolo Gallucci Salodiano. et accresciuti del quinto libro nel quale si tratta, con quai modi possano i pittori e scoltori mostrare la diuersità della natura degli huomini, et donne, et con quali le passioni, che sentono per li diuersi accidenti, che li occorrono. Hora di nuouo stampati, In Venezia MDXCI, Presso Domenico Nicolini.
  4. ^ Reale Galleria di Firenze Illustrata- Serie III, Ritratti di Pittori- Vol. I, Firenze, Presso Giuseppe Molini e Comp., 1817, pag. 15.
  5. ^ a b Porcu, p. 21.
  6. ^ Le informazioni sulla famiglia di Dürer derivano da una cronaca familiare scritta da Albrecht il Vecchio; Dürer stesso ne scrisse una, della quale è perduto l'originale, ma si conoscono varie trascrizioni del Seicento; citato in Porcu, pp. 21-22.
  7. ^ a b c Porcu, p. 22.
  8. ^ a b Porcu, p. 23.
  9. ^ Porcu, p. 24.
  10. ^ a b c d Porcu, p. 26.
  11. ^ a b c Porcu, p. 27.
  12. ^ a b c Porcu, p. 31.
  13. ^ a b c Porcu, p. 28.
  14. ^ Porcu, p. 32.
  15. ^ a b c d e Porcu, p. 34.
  16. ^ Dell'opera si conosce solo una copia di ambito ferrarese, alquanto mediocre.
  17. ^ a b c Porcu, p. 36.
  18. ^ a b c d Porcu, p. 38.
  19. ^ a b c Porcu, p. 39.
  20. ^ Porcu, p. 40.
  21. ^ a b c Porcu, p. 42.
  22. ^ a b Porcu, p. 47.
  23. ^ Porcu, p. 43.
  24. ^ Porcu, cit., pag. 46.
  25. ^ a b Porcu, p. 48.
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  37. ^ a b c Porcu, p. 63.
  38. ^ a b c d e f Porcu, p. 65.
  39. ^ Annotazione sul diario di viaggio.
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