Delazione
Con delazione, si intende una dichiarazione segreta con finalit� di tornaconto personale, anche eventualmente in anonimato, con la quale si porta a conoscenza la commissione di un reato o di un altro illecito di cui vi sia stata consumazione o anche solo tentativo, al fine di identificarne chi ne venga indicato come l'autore.[1]
Il termine ha anche un significato proprio nel diritto civile in tema di successione a causa di morte, e ne aveva per la variante giuridica della lingua italiana anche uno corrispondente al concetto di "porto", sottinteso abusivo, come nel porto abusivo d'armi da fuoco.[2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Storicamente l'azione ha qualche somiglianza con l'agire dell'infiltrato o dell'agente segreto, che potendo aver nozione di determinati accadimenti o progetti ne informa l'ordine costituito ovvero soggetti interessati. E le sue origini paiono molto antiche. Tacito parla a pi� riprese, negli Annales, della figura del delator, che riferisce vastamente diffusa nel Senato di Roma, sino a trovarne il paradigma nella figura di Cepione Crispino, ignotus et inquies. Questi senatori, dice sempre lo storico latino, a tutto disposti per fare carriera o per salvarsela, sempre trovavano un princeps cui riferire le altrui segrete cose[3].
�Delatores, genus hominum publico exitio repertum, et poenis quidem numquam satis coercitum, per praemia eliciebantur�
Tacito si scaglia a lungo contro i delatori, dei quali "ripesca" malefatte (e conseguenze sui denunciati) che - asserisce - altri storici avrebbero tralasciato di trasmettere[4]. In particolare � l'effetto che ebbero su Tiberio quello a parer suo pi� grave, poich� quell'imperatore fece uccidere nugoli di presunti traditori denunciatigli dai delatori e, non pago, ne fece arrestare i figli e stuprare le figlie, il tutto sulla base di confidenze prezzolate. E questa particolare eccitabilit� di Tiberio puntualmente vellicata dalla delazione con effetti sanguinosi, fu definita da Seneca come una specie di rabies publica[5], parole che assumono un altro significato quando si ricordi che questo imperatore ripristin� il delitto di lesa maest�, applicandolo per� stavolta anche alle opinioni e non pi� solo ai fatti; dicta impune erant, commentava Tacito riferendosi al passato, e nel frattempo era entrato nell'ordinamento il reato d'opinione, con effetti di incremento della delazione che sarebbero intuibili se non fossero gi� stati descritti dagli storici latini.
Agli eccessi di Tiberio si giungeva dopo - al confronto - timidi inizi scaturiti al tempo di Augusto, quando con la lex Papia Poppaea ai celibi vennero preferiti i coniugati per l'accesso alle cariche pubbliche. Fu subito, nella competizione politica, un trepidare di sussurri e conseguenti delazioni circa coloro i quali asseritamente avrebbero sottaciuto o dissimulato una sostanziale condizione di celibato pur di accedere ai ruoli non pi� loro spettanti[6].
Anche Plinio il Giovane, nel Panegirico di Traiano, evidenzia quanto la piaga della delazione, soprattutto quella prestata contro mercede, stesse continuando a pervadere l'Urbe, esaltando il suo attuale imperatore giacch� vi aveva posto deciso freno: omnes accusatore domestico liberasti.
Sotto Galba, Costantino e Teodosio, la delazione fu severamente punita, d'ordinario con la riduzione in schiavit� ed anche con la pena capitale quando il colpevole fosse alla terza delazione[7], e ci� indipendentemente dal fatto che la delazione fosse calunniosa o meno. Ci� poich� la calunnia � sempre stata un carattere di non infrequente affiancamento della denuncia[8].
A questo aspetto in particolare sembra infatti riferita l'interpretazione che Teodosio raccoglie dai suoi predecessori e che cos�, un pochino crudamente, sintetizza:
�Delatores dicuntur, qui aut facultates prodiderint alienas aut caput impetierint alienum. Quicumque delator cuiuslibet rei exstiterit, in ipso proditionis initio a iudice loci correptus continuo stranguletur, et ei incisa radicitus lingua tollatur, ut si quis proditor futurus est, nec calumnia nec vox illius audiatur.�
Anche Severo intervenne in argomento, narrano le Pandette, per stabilire un principio tuttora affascinante, e cio� che in materia di delazione tributaria l'onere della prova non fosse a carico del possessore dei beni, il denunciato, il quale perci� non doveva dimostrare che i suoi beni fossero legittimamente suoi, ma era il delatore a dover dimostrare che appartenevano al fisco[9]. Al tempo delle Pandette il concetto di delazione esecrabile era del resto gi� delimitato alla delazione fiscale.[10]
Nell'opera di Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene (1764), il termine � usato sia con riferimento alla delazione d'armi sia alla delazione "informativa". Quest'ultimo parrebbe del tutto caduto in obsolescenza, cos� come un ancora pi� raro riferimento alla delazione del giuramento decisorio, che ebbe un lieve peso in dottrina quando si importava negli stati sardi un po' di diritto francese, o si cercava di portarlo a coerenza. Nell'XIX secolo, durante la dominazione italiana da parte degli Austriaci, si avevano per istituzionalizzate due forme di delazione: l'una pubblica, con la quale il denunciante era tenuto ad esporsi personalmente, e l'altra segreta, operata dai vigilatori pubblici, i quali si appalesavano soltanto in caso di necessit�. Il rischio di calunnia era dunque contrastato dalla costrizione del privato ad apparire in pubblico insieme alla sua denuncia, mentre i vigilatori parevano al riparo da quel vizio per ragioni d'istituto. La mentalit� di quel regime vedeva di buon occhio la delazione funzionalizzata a ragioni di polizia e dunque alla prevenzione dei reati. Al contrario era considerata turpe la delazione avente per fine l'investigazione sull'altrui morale od opinione[11].
Rilevanza giuridica
[modifica | modifica wikitesto]Diritto penale
[modifica | modifica wikitesto]Nella prassi di polizia, la delazione indica l'azione del confidente di polizia, del pentito, ed in genere di chiunque comunichi agli enti preposti fatti di rilevanza giuridica penale commessi o tentati da altri.
La questione pi� praticamente centrale oggetto di dibattito nei vari ordinamenti giuridici � comunque procedurale, e riguarda l'utilizzabilit� come prova di ci� che sia oggetto di delazione. Si tratta cio� in primo luogo della avviabilit� dell'azione penale in presenza di una notitia criminis di questo genere di fonte, che non � necessariamente disinteressata ed obiettiva proprio per definizione, e la riflessione coincide per molti aspetti con quella analoga in cui la fonte sia del tutto anonima.
Diritto civile
[modifica | modifica wikitesto]Nel suo significato civilistico, il termine indica l'offerta dell'eredit� (effettuata nei confronti di coloro che hanno diritto di ricevere in eredit� o secondo la legge o secondo testamento), intesa come insieme dei rapporti giuridici facenti capo al defunto. La delazione, da un punto di vista temporale, � successiva alla vocazione ereditaria (chiamata degli eredi e legatari) ma coincide con l'apertura della successione, che avviene automaticamente, a prescindere dall'esistenza di attivit� patrimoniali, al momento della morte dell'individuo stesso.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ delazi�ne, su treccani.it.
- ^ Marco Antonio Savelli, Pratica Universale, Editore Paolo Monti, 1717.
- ^ Si veda Lucia Fanizza, Delatori e accusatori: l'iniziativa nei processi di et� imperiale, Volume 84 di Studia juridica, L'Erma di Bretschneider, 1988 - ISBN 8870626415
- ^ Annales, VI, 7, 5
- ^ Seneca, De beneficiis, III, 26, 1
- ^ Zvi Yavetz, Tacito. Il trauma della tirannia, Dipartimento di Scienze dell'antichit� dell'Universit� di Bari, Sezione storica, Edipuglia srl, 1999 - ISBN 887228239X
- ^ Teodosio, X (10.10)
- ^ Edoardo Bellomo, Commentario delle leggi, Torino 1853
- ^ Pandectae, XLIX, XV: Nullo modo exigendum quem probare unde habeat, circa delationes fiscales, sed delatorem probare debere quod intendit
- ^ Pandette, XLIX, III
- ^ Carte segrete e atti ufficiali della polizia Austriaca in Italia dal 4 giugno 1814 al 22 marzo 1848, Elvetica, 1851
Voci correlate
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