Ectima contagioso

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Ectima contagioso
Un dito affetto da orf
Specialit�infettivologia e veterinaria
EziologiaParapox virus
Incidenza mondiale?
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-10B08.02
MeSHD004474
eMedicine1133450
Sinonimi
Orf
Dermatite pustolare contagiosa
Bocca crostosa

L'ectima contagioso (dal greco ekthyma, "pustola"), noto anche come dermatite pustolare contagiosa, bocca crostosa, o Orf ("bestiame", in inglese antico), � una malattia esantematica virale, causata dal virus Orf, che appartiene al genere Parapoxvirus della famiglia dei Poxvirus,[1] che si verifica principalmente in ovini e caprini[2][3] ma pu� occasionalmente interessare l'uomo. � quindi una zoonosi, che pu� essere trasmessa in particolare alle persone che vengono in contatto con gli animali infetti (agnelli, pecore, montoni, capre), come pastori, veterinari.[4][5] Il virus pu� sopravvivere nel terreno per almeno sei mesi. Una volta contratta la malattia conferisce immunit� permanente.

Ectima contagioso nell'uomo

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L'Orf � una tipica zoonosi, e l'essere umano pu� contrarre questa malattia attraverso il contatto diretto con le pecore e le capre infette o con materiale contagiato (fomiti) con il virus Orf. La malattia � stata riscontrata solo nell'uomo caucasico.

Le prime segnalazioni della malattia nell'uomo risalgono al XVI secolo., ma � stato solo verso la fine de XIX secolo e gli inizi del XX che alcuni dermatologi (Hansen (1879),[6] Hatziolos (1929),[7] Peterkin (1937),[8] Schoch (1939)) descrivono accuratamente le lesioni e la condizione, ormai riconosciuta come molto comune, se non endemica, in molte localit� rurali dedite alla pastorizia.[9] Per quanto raramente, tuttavia vi sono segnalazioni della malattia anche in aree periferiche di grandi citt�.[10]

Segni e sintomi

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Dopo un periodo di incubazione variabile fra 3 e 7 giorni, l'infezione iniziale provoca localmente la comparsa di una papula indolore, di colore rosso scuro. La sede di comparsa pi� frequente � rappresentata dalle dita, essendo pi� facile che sia questa zona corporea ad essere venuta in contatto con una lesione presente sulla bocca, oppure altrove, in un giovane animale.[11]
Successivamente, entro 14 giorni, si sviluppa un nodulo di circa 10 mm di diametro, che con il tempo pu� crescere fino ad un massimo di 2-3 centimetri. La zona centrale della lesione tende a essere depressa, talvolta coperta da una membrana biancastra. In caso di rottura di questa membrana, ed in una lesione in fase iniziale, � possibile notare la fuoriuscita di un liquido di aspetto sieroso. Nelle lesioni pi� datate il contenuto appare di tipo caseoso. Le sedi infette possono includere le dita, mano, braccio, viso. Curiosamente sono state segnalate localizzazioni anche a livello del pene: con ogni probabilit� si tratta di una trasmissione dell'infezione dalla mano, avvenuta durante la minzione. Di conseguenza, � importante osservare una buona igiene personale e indossare i guanti quando si trattano animali infetti. Il nodulo-papula pu� persistere per un periodo di tempo variabile dalle 7 alle 10 settimane e si risolve spontaneamente. Le lesioni possono essere singole o talvolta multiple, e spesso evolvono verso una forma localmente purulenta, ma tendenzialmente non si accompagnano a sintomi sistemici. Occasionalmente � possibile riscontrare una linfoadenite associata, quasi sempre correlata ad infezione secondaria. Ectima contagioso � una condizione rara e per tale motivo pu� essere difficile da diagnosticare. Non sono stati segnalati casi di trasmissione tra esseri umani.

Storia naturale

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Mentre l'ectima contagioso nella stragrande maggioranza dei casi � di solito una malattia benigna e autolimitante, nell'ospite immunocompromesso pu� essere molto aggressiva, progressiva e addirittura mortale. L'eventuale interessamento oculare, anche in individui con un normale sistema immunitario, pu� determinare lesioni gravi e permanenti.

I medici che hanno avuto occasione di vedere almeno una volta la condizione tendono a riconoscerla facilmente, soprattutto se la raccolta anamnestica mette in evidenza una storia di contatto con agnelli infetti, oppure � possibile prendere direttamente visione dell'animale.
� possibile isolare il virus in specifiche colture tissutali. Il virus stesso pu� essere rapidamente individuato facendo ricorso alla microscopia elettronica di lesioni crostose oppure di materiale bioptico.[12]

Diagnosi differenziale

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  • Mollusco contagioso: condizione rara negli adulti, le lesioni sono decisamente pi� piccole rispetto a quelle dell'orf. Pi� complicato differenziare rispetto ad eventuali lesioni che si verificano in bambini venuti a contatto con mangimi od altro materiale contaminato da giovani agnelli.
  • Mollusco sebaceum: tumore benigno che difficilmente si localizza sulle dita o mano. La zona centrale della lesione da mollusco sebaceum tende ad essere pi� densa e compatta, essendo una dura massa di cheratina.
  • Carcinoma squamoso: pu� dare problemi di differenziazione. L'anamnesi e le caratteristiche infiammatorie delle lesioni sono comunque caratteristiche distintive.
  • Granuloma piogenico: tendenzialmente pi� vascolarizzato, tendenzialmente meno compatto se non decisamente friabile.

Il trattamento � esclusivamente topico. Cidofovir alla concentrazione dell'1% di principio attivo � stato utilizzato con successo in alcuni pazienti con malattia progressiva e negli stessi animali.[13][14][15][16]
Il ricorso ad antibiotici, sulfamidici oppure beta lattamine ad ampio spettro, non ha alcun effetto sulla malattia di base, mentre pu� rendersi necessario per il controllo delle infezioni secondarie.

Ectima contagioso negli ovini e caprini

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Una pecora affetta da ectima contagioso sul naso e sulle labbra

La malattia � nota dalla fine del XIX secolo ed � stata riportata in molte aree in cui si allevano ovini o caprini, in Europa, Medio Oriente, Stati Uniti, Africa, Asia, Sud America, Canada, Nuova Zelanda e Australia. L'orf si diffonde attraverso fomiti e contatto diretto. In alcuni ambienti l'infezione pu� propagarsi a causa dei graffi da cardi che affliggono gli animali. I sintomi includono papule e pustole sulle labbra e sul muso, meno comunemente nella bocca dei giovani agnelli e sulle palpebre. Possono essere colpite anche le zampe e le mammelle delle pecore. Le lesioni progrediscono verso spesse croste, che talvolta sanguinano. Le lesioni da orf nelle bocche di agnelli possono impedire l'allattamento e causare perdita di peso. Possono inoltre infettare la mammella della pecora madre, quindi, potenzialmente portare allo sviluppo di mastiti.[17] Le pecore sono inclini alla reinfezione. A volte l'infezione pu� essere estesa e persistente, in particolare se, per qualche motivo, l'animale non produce una risposta immunitaria.

Esiste un vaccino vivo (codice ATC: QI04 AD01) composto da materiale proveniente dalle croste e, di solito, viene dato a pecore all'et� di due mesi. Viene riservato solo agli agnelli ed unicamente in presenza di un focolaio epidemico.[18] Il vaccino pu� causare malattie negli esseri umani.

Negli ovini e caprini le lesioni appaiono per lo pi� in prossimit� dell'attaccatura del pelo e altrove sulle labbra e sul muso. In alcuni casi le lesioni appaiono all'interno e sulle narici, intorno agli occhi, sulla coscia, vulva, mammella e sull'ascella. In rari casi, che coinvolgono soprattutto i giovani agnelli, le lesioni si trovano sulla lingua, gengive, palato e l'esofago. Raramente, ma esistono segnalazioni di lesioni del rumine. In un caso, � stato dimostrato che una grave forma di virus orf in corso di un focolaio epidemico aveva coinvolto il tratto gastrointestinale, i polmoni, il cuore, cos� come la cavit� buccale, guance, lingua e le labbra.

In un altro caso particolarmente grave � stato riportato l'interessamento del faringe, lesioni genitali ed infezione degli zoccoli: queste ultime hanno portato l'animale alla claudicazione e, in alcuni casi, allo sfaldamento dello zoccolo.

Tipicamente il disturbo nelle pecore si risolve entro una settimana o poco pi�, e la malattia fa il suo corso senza particolari problemi. I custodi delle pecore ed i pastori possono aiutare l'animale applicando uno spray antibiotico sulle croste di maggiori dimensioni, verificando che gli agnelli infettati ricevano latte a sufficienza dalla madre e separando gli animali infetti da quelli sani per rallentare la trasmissione della malattia. � consigliabile che tutti coloro che debbono manipolare gli animali infetti indossino dei guanti monouso per evitare contaminazioni e di auto-infettarsi. Si deve richiedere la consulenza di un veterinario se vi � il rischio di una diagnosi errata e si ha il sospetto che si tratti invece di una condizione pi� grave.

  1. ^ (EN) Orf Virus (Sore Mouth Infection) | Poxvirus | CDC, su www.cdc.gov, 18 dicembre 2018. URL consultato il 4 marzo 2019.
  2. ^ CE. Wheeler, EP. Cawley; JH. Johnson, Ecthyma contagiosum (orf)., in AMA Arch Derm, vol. 71, n. 4, aprile 1955, pp. 481-5, PMID 14360761.
  3. ^ MJ. Purdy, Orf., in N Z Med J, vol. 54, n. 303, Ott 1955, pp. 572-5, PMID 13288817.
  4. ^ WB. Taylor, WA. LEA, Ecthyma contagiosum (orf) in sheep and man; a summary of the literature and report of three cases., in J Mich State Med Soc, vol. 56, n. 7, Lug 1957, pp. 871-4, PMID 13449585.
  5. ^ UW. Leavell, Ecthyma contagiosum (orf)., in J Ky Med Assoc, vol. 58, gennaio 1960, pp. 42-4, PMID 14414971.
  6. ^ Hansen, Norge Tidskr. vet., vol. 9, 1879, pp. 298.
  7. ^ B.S.C. Hatziolos, L'Ecthyma contagieux du Mouton, in Norge Tidskr. vet., These, Paris, 1929.
  8. ^ GAG Peterkin, Brit. J. Derm. Syph., vol. 49, 1937, pp. 492.
  9. ^ GM. Lloyd, Orf in the country., in Br Med J, vol. 1, n. 4715, Mag 1951, pp. 1144, PMID 14830860.
  10. ^ IS. Hodgson-Jones, Orf in London., in Br Med J, vol. 1, n. 4710, aprile 1951, pp. 795-6, PMID 14821533.
  11. ^ JM. Beare, Orf: contagious pustular dermatitis of sheep., in Ulster Med J, vol. 25, n. 1, Mag 1956, pp. 20-2, PMID 13361058.
  12. ^ J. Nagington, GH. Tee; JS. Smith, Milker's nodule virus infections in Dorset and their similarity to orf., in Nature, vol. 208, n. 5009, Ott 1965, pp. 505-7, PMID 4286392.
  13. ^ F. Sonvico, G. Colombo; L. Gallina; F. Bortolotti; A. Rossi; CJ. McInnes; G. Massimo; P. Colombo; A. Scagliarini, Therapeutic paint of cidofovir/sucralfate gel combination topically administered by spraying for treatment of orf virus infections., in AAPS J, vol. 11, n. 2, Giu 2009, pp. 242-9, DOI:10.1208/s12248-009-9101-8, PMID 19381838.
  14. ^ A. Scagliarini, CJ. McInnes; L. Gallina; F. Dal Pozzo; L. Scagliarini; R. Snoeck; S. Prosperi; J. Sales; JA. Gilray; PF. Nettleton, Antiviral activity of HPMPC (cidofovir) against orf virus infected lambs., in Antiviral Res, vol. 73, n. 3, marzo 2007, pp. 169-74, DOI:10.1016/j.antiviral.2006.09.008, PMID 17049627.
  15. ^ K. Geerinck, G. Lukito; R. Snoeck; R. De Vos; E. De Clercq; Y. Vanrenterghem; H. Degreef; B. Maes, A case of human orf in an immunocompromised patient treated successfully with cidofovir cream., in J Med Virol, vol. 64, n. 4, Ago 2001, pp. 543-9, PMID 11468742.
  16. ^ D. McCabe, B. Weston; G. Storch, Treatment of orf poxvirus lesion with cidofovir cream., in Pediatr Infect Dis J, vol. 22, n. 11, novembre 2003, pp. 1027-8, DOI:10.1097/01.inf.0000095433.88772.7e, PMID 14614378.
  17. ^ AR. Burriel, Udder orf infection and its role in ovine clinical mastitis caused by Pasteurella haemolytica., in J Trace Elem Med Biol, vol. 11, n. 1, aprile 1997, pp. 28-31, DOI:10.1016/S0946-672X(97)80006-5, PMID 9176868.
  18. ^ A. Mayr, M. Herlyn; H. Mahnel; A. Danco; A. Zach; H. Bostedt, [Control of ecthyma contagiosum (pustular dermatitis) of sheep with a new parenteral cell culture live vaccine]., in Zentralbl Veterinarmed B, vol. 28, n. 7, 1981, pp. 535-52, PMID 7331595.

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