Gruppo d'armate Sud
Gruppo d'armate Sud | |
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Descrizione generale | |
Attivo | giugno-luglio 1940 aprile 1942 - settembre 1943 |
Nazione | Italia |
Servizio | Regio Esercito |
Tipo | Gruppo d'armate |
Battaglie/guerre | Seconda guerra mondiale |
Parte di | |
Stato maggiore del Regio Esercito | |
Reparti dipendenti | |
1940: 3ª Armata Comando militare della Sicilia Comando militare della Sardegna Comando Superiore truppe dell'Albania 1942-1943: 5ª Armata 6ª Armata 7ª Armata | |
Comandanti | |
Degni di nota | Emilio De Bono Umberto di Savoia |
fonti citate nel corpo del testo | |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
Il Gruppo d'armate Sud fu un gruppo d'armate del Regio Esercito italiano durante la seconda guerra mondiale.
Creata per breve tempo tra il giugno e il luglio 1940 e poi dall'aprile 1942, l'unità aveva la responsabilità della direzione strategica delle operazioni belliche nell'Italia centro-meridionale e nelle isole di Sardegna, Sicilia e Corsica; in questa veste, nel luglio-agosto 1943 diresse le operazioni belliche in Sicilia contro gli anglo-statunitensi, per poi essere sciolta nel settembre seguente a seguito degli eventi dell'armistizio di Cassibile.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il comando del Gruppo d'armate Sud fu attivato l'8 giugno 1940, giusto due giorni prima l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Al comando del maresciallo d'Italia Emilio De Bono e con sede a Roma[1] (o a Napoli, secondo altre fonti[2]), il Gruppo d'armate aveva la responsabilit� della direzione strategica di eventuali operazioni belliche nell'Italia centro-meridionale e nelle isole di Sicilia e Sardegna, oltre che nel territorio del Regno d'Albania; le sue principali componenti operative erano rappresentate dalla 3� Armata del generale Carlo Geloso (con varie unit� dislocate tra il Lazio, la Puglia e la Calabria), dal XII Corpo d'armata del generale Angelo Rossi (in Sicilia), dal XIII Corpo d'armata del generale Antonio Basso (in Sardegna) e dal Comando Superiore Truppe Albania (poi XXVI Corpo d'armata) del generale Sebastiano Visconti Prasca. Senza essere coinvolto in alcun evento bellico, il gruppo d'armate fu sciolto gi� il 10 luglio 1940[1][2].
Il Gruppo d'armate Sud fu riattivato il 15 aprile 1942, con sede a Sessa Aurunca[1] (a Frosinone secondo altre fonti[2]) e al comando del principe di Piemonte Umberto di Savoia, vedendosi assegnare la responsabilit� strategica della difesa costiera e antiaerea dell'Italia centrale e meridionale, della Sardegna e della Sicilia; dal novembre 1942, dopo la sua occupazione nell'ambito degli eventi dell'operazione Anton, anche la Corsica fu aggiunta all'area di competenza del gruppo d'armate. Le principali unit� subordinate al Gruppo d'armate Sud erano la 5� Armata del generale Mario Caracciolo di Feroleto (con responsabilit� su Toscana, Lazio e Sardegna), la 6� Armata del generale Mario Roatta (in Sicilia), la 7� Armata del principe Adalberto di Savoia-Genova (in Campania, Calabria e Puglia) e il VII Corpo d'armata del generale Giacomo Carboni (in Corsica)[1][2].
Il Gruppo d'armate Sud assunse la direzione strategica delle operazioni belliche in Sicilia a seguito dello sbarco delle forze degli Alleati il 9 luglio 1943; soverchiato dalla potenza delle forze anglo-statunitensi, il gruppo d'armate pot� fare ben poco e l'isola capitol� in mano agli Alleati il 17 agosto 1943. A seguito del successivo sbarco delle forze britanniche a Reggio Calabria il 3 settembre seguente (operazione Baytown), il gruppo d'armate coordin� le operazioni per ritardare la risalita della Calabria da parte degli Alleati, anche se ormai l'Italia si apprestava a cessare le ostilit� contro gli anglo-statunitensi; l'8 settembre 1943, dopo il proclama che annunciava l'avvenuto armistizio, il Gruppo d'armate Sud cedette tutte le sue competenze allo Stato maggiore del Regio Esercito e fu quindi sciolto[1][2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Stato maggiore Esercito, Bollettino dell'archivio storico dell'Ufficio Storico, n. 3-4, Roma, Ufficio Storico SME, gennaio-dicembre 2002.